Ernia iatale con reflusso gastroesofageo: sintomi, diagnosi, cura, dieta per ernia iatale

L’ ernia iatale è molto comune, tanto che ce l’ ha il 40-60% degli italiani. Può essere associata a bruciore di stomaco, difficoltà a digerire, pesantezza dopo i pasti.
Nella maggioranza dei casi però, è addirittura senza sintomi
e spesso viene scoperta per caso.
Questo perché l’ ernia iatale non è propriamente una malattia, ma è un’ alterazione anatomica per cui parte dello stomaco, che normalmente si trova nell’ addome, si sposta verso l’ alto sopra il diaframma attraverso un’ apertura chiamata “iato esofageo”, scivolando nel torace (lo stomaco risale).
Questa è la forma più frequente di ernia iatale, che riguarda circa il 90% dei casi, ed è detta da scivolamento o di tipo 1.
Lo spostamento non è per forza permanente, perché la porzione di stomaco interessata si muove su e giù in base alla pressione dell’ addome.


C’è poi l’ ernia paraesofagea (da arrotolamento o di tipo 2). In questo caso la giunzione tra esofago e stomaco rimane nella sua sede, mentre il fondo dello stomaco passa nel torace. Il rischio è che la porzione erniata diventi molto grande e deformi l’ anatomia dello stomaco.

Esiste infine l’ ernia di tipo 3, detta mista, molto poco frequente: per il progressivo allargamento dello iato esofageo, migra verso l’ alto anche la giunzione gastroesofagea.

Ernia iatale, reflusso gastroesofageo ed esofagite

Spesso si parla di ernia iatale e reflusso gastroesofageo come se fossero la stessa cosa e si presentassero sempre insieme. Non è così: la presenza dell’ ernia iatale non è sinonimo di malattia da reflusso gastroesofageo e viceversa.
Ci sono molte persone con ernia iatale senza reflusso gastroesofageo e altre con reflusso ma senza ernia iatale.

Certo è che l’ ernia iatale, specie se grossa, può aggravare il reflusso gastroesofageo. Indebolisce infatti lo sfintere cardiale: il muscolo situato a livello del cardias (foro superiore dello stomaco attraverso il quale l’ esofago si immette nello stomaco). Contraendosi, lo sfintere cardiale blocca il reflusso del contenuto dello stomaco.

Un’ altra malattia spesso erroneamente associata all’ ernia iatale è l’ esofagite: in realtà è una conseguenza del reflusso gastroesofageo e si verifica quando l’ acido danneggia la mucosa dell’ esofago, portando a infiammazioni, erosioni e ulcerazioni.

Quando l’ ernia iatale dipende dal reflusso gastroesofageo: sintomi

Un’ ernia iatale, se piccola, non dà sintomi importanti. Ma un’ ernia iatale da scivolamento di tipo 1 che provoca dolore allo sterno, rigurgito con sensazione di acido e amaro in bocca, bruciore di stomaco, nausea e anche asma e tono della voce modificato, può essere dovuta al reflusso gastroesofageo, in cui i succhi gastrici refluiscono verso l’ esofago.

L’ ernia paraesofagea di tipo 2 invece, dà segno di sé quando è di grandi dimensioni. Si tratta di solito di dolore alla bocca dello stomaco, difficoltà a digerire e sensazione di pesantezza e pienezza, soprattutto dopo i pasti.
Ma i sintomi dipendono anche da quanta parte di stomaco risale: se è consistente, in genere ci sono anche alterazioni della ventilazione polmonare, con difficoltà a respirare.

Cause dell’ ernia iatale

Perché si forma l’ ernia iatale? Nella maggioranza dei casi la colpa è del passare del tempo: più s’ invecchia, più i muscoli dello iato esofageo perdono elasticità. Per questo l’ incidenza cresce progressivamente con l’ età.

L’ ernia iatale è determinata però anche da altri fattori. Incidono tutte quelle situazioni come la gravidanza, l’ obesità, la stitichezza, le infiammazioni croniche ai bronchi, che inducono frequenti aumenti del gradiente pressorio tra addome e torace e concorrono quindi all’ ulteriore sfiancamento dello iato esofageo.
Per chiarire meglio, il gradiente pressorio è la differenza di pressione esistente tra esofago e stomaco, che in condizioni normali impedisce od ostacola il rigurgito di materiale gastrico nell’ esofago.
L’ esofago è appunto l’ organo dell’ apparato digerente che collega la faringe allo stomaco e che consente il passaggio di cibo fino allo stomaco.

Diagnosi dell’ ernia iatale: gli esami medici

La certezza di avere un’ ernia iatale si ha solamente facendo una radiografia dell’ esofago e dello stomaco con metodo di contrasto. Prima di eseguire la radiografia, bisogna stare a digiuno, anche di liquidi, almeno nelle sei ore precedenti.
Con questo esame l’ ernia si vede con facilità, soprattutto se nel corso della radiografia la persona assume la posizione di Trendelenburg: in pratica, il lettino radiologico viene inclinato in modo che la testa sia più bassa dell’ addome.

Un altro esame medico importante è la gastroscopia: il medico inserisce nella bocca del paziente un tubo sottile con una piccola telecamera all’ estremità e raggiunge il duodeno (la prima parte dell’ intestino, situata dopo lo stomaco). Così l’ ernia si vede benissimo, si può controllare anche lo stato delle mucose interne e s’ individua con precisione l’ eventuale danno provocato dalla risalita dei succhi gastrici nell’ esofago.
E’ un esame fastidioso, ma non doloroso, per cui possono servire un lieve anestetico locale e un calmante. Anche in questo caso è necessario il digiuno dalla sera prima dell’ esame.

Cura dell’ ernia iatale

Bisogna sempre premettere che nella maggior parte dei casi l’ ernia iatale non dà sintomi, quindi non necessita di trattamenti. Ma quando i disturbi ci sono, a volte è sufficiente modificare lo stile di vita e l’ alimentazione, anche se spesso si associa l’ impiego di alcuni farmaci per alleviare i sintomi. Si tratta di tre tipi di medicinali:
1- gli antiacidi, per combattere il reflusso gastroesofageo quando il sintomo principale è un bruciore di stomaco occasionale o comunque lieve. Gli antiacidi si possono assumere mezz’ora-un’ora dopo i pasti, prima di andare a dormire o più frequentemente al bisogno;
2- i procinetici che favoriscono lo svuotamento dello stomaco, riducendo l’ eventuale risalita di acidi. Sono consigliati in caso di digestione rallentata, sazietà precoce, tensione addominale dopo mangiato. Si prendono 10-20 minuti prima dei pasti;
3- gli inibitori della pompa protonica, come il pantoprazolo, l’ omeprazolo, il lansoprazolo, l’ esomeprazolo, il rabeprazolo sodico, che diminuiscono l’ eccessiva acidità di ciò che normalmente risale nell’ esofago durante la digestione. Sono indicati quando i sintomi non danno tregua e modificano la qualità di vita della persona. Si assumono al mattino a digiuno, 10-20 minuti prima di colazione. Quando serve una doppia dose, la seconda va presa la sera, 10-20 minuti prima di cena.

In generale, gli antiacidi si utilizzano per periodi medio-brevi, i procinetici per 1-2 mesi e gli inibitori della pompa protonica per un tempo estremamente variabile, da poche settimane ad anni, a seconda dei casi.
I farmaci riducono i sintomi ma non fanno sparire l’ ernia iatale che, essendo un’ alterazione anatomica, si risolve solo chirurgicamente, anche se sono pochi i casi in cui la sala operatoria è necessaria.

L’ intervento chirurgico per l’ ernia iatale

L’ intervento chirurgico per eliminare l’ ernia iatale è necessario solo nel 10-15% dei casi. È indicato quando si hanno ernie iatali miste, grosse e complicale, in caso di reflusso gastroesofageo resistente ai farmaci o associato ad una voluminosa ernia iatale da scivolamento oppure quando la persona non vuole assumere medicinali a lungo.

In anestesia generale vengono praticate sull’ addome cinque o sei microincisioni, attraverso le quali il chirurgo introduce gli strumenti per intervenire, guidato da minuscole telecamere che gli permettono di vedere tutto su un video.
Di solito ci si può alzare già 24 ore dopo l’ intervento e si rimane ricoverati 4-5 giorni.

Dimagrire, smettere di fumare, combattere la stitichezza in caso di ernia iatale: consigli utili

Cambiare alcune abitudini di vita è una vera e propria cura per chi accusa i sintomi dell’ ernia iatale, ma è anche un ottimo modo per fare prevenzione.
E’ bene dimagrire in caso di sovrappeso, smettere di fumare, combattere la stitichezza ed evitare indumenti troppo attillati in modo da ridurre le pressioni sull’ addome.

E’ sempre meglio utilizzare il meno possibile i farmaci gastrolesivi, cioè quelli che possono avere effetti indesiderati sullo stomaco e sull’ apparato digerente in genere, come gli antinfiammatori.
Inoltre, non bisogna mai andare a letto subito dopo i pasti, ma è bene aspettare almeno un paio d’ore e cercare di dormire sempre con la testata del letto sollevata di 15-20 centimetri. I sintomi dell’ ernia iatale infatti possono peggiorare e spesso essere scatenati proprio dalla posizione orizzontale.
Anche piegarsi in avanti per prendere un oggetto caduto a terra può contribuire ad intensificare il dolore, perché si comprime il diaframma e quindi aumenta la risalita dei succhi gastrici.

Ernia iatale: dieta e alimentazione

Un pò più di attenzione alla dieta può essere di grande aiuto quando l’ ernia iatale si fa sentire.
Innanzitutto bisogna rinunciare ai pasti grassi e abbondanti, che rallentano lo svuotamento dello stomaco e quindi non fanno altro che incrementare i sintomi del reflusso.
Poi è bene ridurre l’ alcol e tutti quegli alimenti che possono irritare la mucosa dell’ esofago, favorendo la risalita degli acidi, come il caffè, il cioccolato, le bibite gassate e la menta.

Per favorire la digestione, è importante masticare bene e lentamente. I cibi da preferire sono quelli più semplici, come la frutta e la verdura.
Per quanto riguarda il latte, è vero che ha una funzione tampone e protettiva della mucosa gastrica, ma stimola anche la secrezione acida. Il latte si può bere tranquillamente, quindi, ma senza esagerare.

Il gastroenterologo vi darà tutte le indicazioni per la dieta più adatta al vostro caso.

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