Macchie rosa della pelle e cheratosi attinica: danni da abbronzatura. Cura cheratosi attinica

Le macchie della pelle rosa intenso, ovali e ispessite sono i sintomi tipici della cheratosi attinica.

Le macchie rosa acceso (meno frequente è la variante color grigio-marrone) tendono a confluire e a desquamarsi in superfìcie. Si presentano sulle zone più esposte ai raggi ultravioletti, come fronte, guance, collo, décolleté e mani. Se non si curano in tempo, diventano sempre più spesse, trasformandosi in un tumore cutaneo (tumore della pelle): il carcinoma squamo-cellulare.

Nelle persone “over 40” che prendono il sole e fanno lampade senza proteggersi, le cheratosi attiniche sono la conseguenza di un danno al Dna dei cheratinociti: le cellule dell’ epidermide. L’ esposizione eccessiva e senza adeguata protezione ai raggi UVA e UVB, infatti, causa fotodanneggiamento cutaneo.

Diagnosi e terapie di cura della cheratosi attinica

Occorre fare una diagnosi tempestiva dal dermatologo analizzando la lesione, singola o multipla, con l’ epiluminescenza digitale: una tecnica diagnostica non invasiva che consente di ingrandirle e analizzare le lesioni sul monitor.

Per prevenire la comparsa delle macchie della pelle nelle persone più a rischio, con la pelle molto chiara o lentigginosa, capelli biondi o rossi, c’è una nuova crema che contiene un filtro solare altissimo 90+ e un enzima, chiamato fotoliasi, utile a riparare i danni al Dna cellulare causati dal sole.

La prevenzione è importantissima, ma per curare la cheratosi attinica già esistente si prescrive un gel al 3% di diclofenac o una crema base di imiquod: un immunomodulatore che “scioglie” la macchia. Si utilizza tre giorni alla settimana, a cicli di 4-6 settimane.

Se la cheratosi attinica non scompare, si può ricorrere alla sua asportazione chirurgica o, in alternativa, ad altre tre tecniche meno invasive come:
– la crioterapia, cioè la bruciatura a freddo con azoto liquido
– la terapia fotodinamica (PDT) che consiste nell’ applicare sulla macchia una sostanza acida e nell’ esporre la pelle, dopo tre ore, alla luce rossa di particolari lampade
– il laser CO2 o Neodimio-Yag, quest’ultima soluzione però non è convenzionata dal Servizio Sanitario Nazionale e costa circa 200-300 euro a seduta.

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