Quanto dura la depressione post parto? Dal baby blues alla psicosi

depressione-post-partum quanto duraDopo il parto diverse donne cadono in una tristezza inspiegabile, piangono, si sentono stanche e inadeguate. Si tratta del cosiddetto baby blues: una forma di depressione leggera con sintomi lievi che colpisce nei giorni appena successivi al parto e che si risolve di solito spontaneamente (i sintomi spariscono da soli).
Solo in alcuni casi la neo-mamma soffre di vera depressione post-parto. E’ importante quindi riconoscere il proprio disagio.

Gli scompensi ormonali possono creare dei dissesti psicologici molto forti. La nascita di un figlio è un cambiamento radicale della propria vita e una neo-mamma ha quasi sempre la sensazione di inadeguatezza, ma molte donne nascondono gli scossoni psicologici a cui vanno incontro e fingono che tutto funziona benissimo.
In genere i primi tre mesi di vita del neonato sono molto impegnativi per la mamma sia dal punto di vista dell’allattamento sia da quello del sonno. Poi iniziano ritmi un pò più morbidi che consentono alla donna di dormire maggiormente e di avere una vita un pochino più autonoma e tranquilla.

Come prevenzione, è utile parlare con il proprio ginecologo per individuare possibili sintomi di ansia o depressione nelle settimane di gestazione, così come è utile seguire i corsi di preparazione al parto, dove in genere si informa la donna sull’argomento e quindi la si prepara a questa eventualità.

Gli stadi della depressione post parto

Le tipologie di quella che comunemente viene chiamata depressione post partum sono essenzialmente tre:

  1. il baby blues
  2. la depressione post partum vera e propria
  3. la psicosi post partum

Baby blues: sintomi

Il baby blues (definizione data dal pediatra e psicoanalista inglese Donald Winnicott) colpisce circa il 70-80% delle madri nei giorni immediatamente successivi al parto (tra il secondo e il quarto giorno) e si manifesta con sintomi leggeri:

  • depressione e malinconia, che comprendono crisi di pianto senza motivo
  • irritabilità
  • inquietudine e ansietà.

Scompare in genere entro una quindicina di giorni e non richiede particolari cure, eccetto quelle affidate al buonsenso, alla pazienza e all’assistenza di coloro che circondano le donne che ne sono colpite.
L’attuale contesto sociale in cui le madri spesso si trovano, spiega il fenomeno sempre più diffuso del baby blues: sono soprattutto le donne non più giovanissime, che si ritrovano sole ad accudire il bambino, a riscontrare un calo dell’umore dopo il parto. Se alla solitudine si aggiunge l’ansia per il lavoro in sospeso, le difficoltà a conciliare le esigenze del neonato a quelle degli altri familiari, il senso di inadeguatezza, l’allattamento e la privazione del sonno, si può comprendere perché una gravidanza (anche se fortemente desiderata) può portare a uno stato depressivo.

Depressione post-parto: sintomi

Colpisce circa il 10-15% delle madri. Sono maggiormente colpite le donne giovani e le ragazze madri. I sintomi maggiormente riportati sono:

  • indolenza (apatia e svogliatezza)
  • inappetenza (mancanza di appetito), ma anche episodi bulimici
  • insonnia o sonnolenza eccessiva
  • confusione
  • pianto incontrollabile
  • disinteresse per il bambino
  • paura di far male al bambino o a se stessa
  • improvvisi cambi d’umore.

Spesso compaiono anche disturbi come dolori diffusi e affaticamento muscolare. La depressione post partum si manifesta di solito entro le prime sei settimane dal parto e può durare anche un anno, soprattutto se non curata in modo adeguato.

Psicosi post partum: sintomi depressione psicotica

La psicosi post partum è la più seria tra la malattie psichiatriche del dopo parto e si verifica in circa uno-due casi ogni mille nascite. I sintomi sono:

  • agitazione
  • confusione
  • disorganizzazione del pensiero
  • allucinazioni.

In questi casi è necessario il ricovero ospedaliere della donna, perché questo grave disturbo può degenerare portando anche a gesti gravi verso se stesse o verso il neonato. E’ sempre necessaria una cura a base di farmaci, che deve proseguire fino a sicura remissione dei sintomi e comunque per diversi mesi.
Nel caso di una successiva gravidanza in tali donne è prudente un trattamento preventivo con farmaci stabilizzanti dell’umore durante il terzo trimestre o in prossimità del parto.

Cause della depressione dopo il parto

Le principali cause della depressione post parto sono i cambiamenti ormonali della donna e i fattori psicologici.

Cambiamenti ormonali dopo il parto

La comparsa della depressione può derivare dai cambiamenti ormonali nella donna, in particolare il calo del livello degli estrogeni e del progesterone. Questo avviene proprio per la conclusione della gravidanza: la fuoriuscita della placenta comporta bruschi cambiamenti ormonali perché questa parte è la principale produttrice di ormoni.
L’effetto degli estrogeni sul tono dell’umore è testimoniato anche dal calo dell’umore durante la sindrome premestruale e in menopausa. Gli estrogeni, infatti, modulano la sintesi di neurotrasmettitori cerebrali che agiscono sui centri che regolano il tono dell’umore e l’emotività.

Depressione post parto: cause psicologiche

Ci sono altri fattori che possono portare alla comparsa del disturbo, per lo più di origine psicologica legata agli eventi successivi al parto.
Molte donne credono idealmente che crescere un bambino piccolo sia necessariamente il periodo più bello della vita e sperimentano una profonda sensazione di non essere all’altezza se la maternità non dà loro le soddisfazioni che si aspettavano.
La donna che soffre di depressione post partum vive una costante sensazione di inadeguatezza nei confronti del nuovo ruolo di mamma, può sentirsi delusa perché la maternità si è rivelata un’esperienza molto diversa da quella che si aspettava e può avvertire anche risentimento nei confronti del neonato, perché le assorbe tutte le energie. Questi sentimenti però la fanno sentire in colpa.
Questi sentimenti possono essere più o meno consapevoli e possono esprimersi in una sensazione di costante ed eccessiva preoccupazione verso il neonato oppure in un completo disinteresse nei suoi confronti.

Depressione post parto: cosa fare

È importante ammettere il disagio. La neomamma che soffre di depressione è in genere restia a chiedere aiuto perché teme di essere giudicata un fallimento come madre. Ma soffrire di depressione post partum non significa essere cattive madri né tanto meno essere pazze.
Ammettere apertamente di non stare bene e di provare determinate sensazioni è il primo passo per uscirne. Confrontarsi con altre mamme è molto importante: parlare con le amiche o con le compagne del corso pre-parto di come ci si sente aiuta a capire che non si è le sole a sperimentare certi sentimenti e quindi può aiutare a vedere la situazione da un’altra prospettiva.
Anche verso il compagno è opportuna la massima trasparenza, rivelando il proprio stato d’animo e chiedendo aiuto. È importante cercare di coinvolgere il papà nella cura del bambino, anche perché così facendo si favorisce un buon rapporto padre-figlio. Bisogna incoraggiare il papà ad occuparsi del piccolo.

Per la neo-mamma è salutare anche non concentrarsi ossessivamente sul bambino. Trovare del tempo per stare al telefono con un’amica e chiacchierare senza parlare sempre di biberon e pannolini è senz’altro fonte di benessere.
Anche con il partner ci si deve sforzare di avere qualche conversazione che non riguardi sempre e solo il bimbo. Prima di avere un figlio si era una coppia e per il benessere psicologico di entrambi bisogna continuare ad esserlo.

La psicoterapia per la depressione post parto

Il trattamento della depressione post partum è multimodale: prevede sia la psicoterapia (individuale o di gruppo) sia l’uso di farmaci.
La psicoterapia consiste in un’azione di supporto in cui si aiuta la mamma a comprendere e risolvere ansie e situazioni conflittuali circa la gravidanza e la nascita del bimbo. In genere la terapia dura circa un anno.

Gli antidepressivi, se necessari, vengono prescritti dallo psichiatra ed anche in questo caso la cura è della durata di almeno un anno. Se sussiste l’indicazione (cioè se la donna ha già manifestato in passato episodi depressivi o ha già assunto psicofarmaci), il trattamento può essere prescritto anche fin dalla gravidanza, sempre dallo psichiatra e in accordo con il ginecologo che segue la gestazione.

5 Regole per il papà: sostegno psicologico e pratico

Il papà può aiutare moltissimo la compagna a superare la depressione post partum, dandole un appoggio pratico ed emotivo. Per questo il compagno deve avere un ruolo di sostegno sia psicologico sia pratico nell’aiutare la neo-mamma.
Anche il neo-papà può essere infatti di grande aiuto per la compagna dopo la nascita del bambino, soprattutto se lei manifesta stati di depressione dopo il parto, anche lievi. Ecco che cosa può fare lui:

  1. Fare attenzione ai primi segnali di malessere della partner, senza però essere invadente ed eccessivamente ansioso; al contrario, occorre rassicurarla e offrirle tutto l’appoggio possibile.
  2. Sollevare la compagna dalle incombenze domestiche come pulire la casa, cucinare, lavare e fare la spesa; meglio chiedere aiuto a qualcuno o incaricarsene personalmente, in modo che la donna riposi il più possibile.
  3. Occuparsi della cura del bambino, come fargli il bagnetto e cambiargli i pannolini.
  4. Coordinare le visite, soprattutto nei giorni appena dopo il parto, in modo che la neo-mamma abbia anche il tempo di riposare e non debba esporsi a un eccessivo bagno di folla.
  5. Ci vorrà un pò di tempo prima di riprendere ad avere rapporti (almeno 40 giorni, il periodo del puerperio, necessario affinchè il collo dell’utero ritorni alle sue dimensioni normali); se la compagna mostra un calo del desiderio non colpevolizzarla e non insistere, preferendo invece coccole e carezze.

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