Sindrome della gambe senza riposo: cause e rimedi

Impossibile dormire anche se il sonno è tanto, perchè le gambe si agitano e si muovono, meglio quindi alzarsi e sgranchirle un poco.

Questo fastidioso disturbo è noto come “sindrome delle gambe senza riposo”: si manifesta come una spiacevole sensazione agli arti inferiori che spinge ad agitare le gambe. E in effetti è sufficiente muovere le gambe o mettersi a camminare affinchè il disturbo svanisca in breve tempo, salvo ripresentarsi appena si torna a letto per dormire.
Questa sensazione è a volte descritta come un bruciore, un formicolio, un prurito, ma per lo più si sente soltanto un irrefrenabile bisogno di muovere le gambe.

Sindrome delle gambe senza riposo: cause scatenanti

Nel 20% dei casi il disturbo è secondario a una carenza di ferro (facilmente verificabile con un semplice esame del sangue), di magnesio o di vitamine, in particolare di vitamina B12 e acido folico. Queste sono quindi condizioni a cui è facile porre rimedio con una maggiore attenzione alla dieta e con semplici integratori alimentari.

Nella grande maggioranza dei casi questo disturbo è invece idiopatico: la sua origine non è nota e non appare legato ad altre patologie.
Per quanto possa essere fastidioso, il disturbo idiopatico non rappresenta un pericolo per la persona, anche se in alcuni casi può rendere davvero difficile godere di un riposo veramente ristoratore.
Inoltre, tra gli uomini che ne soffrono frequentemente, c’è un maggior rischio di incorrere in un disturbo di erezione.

Pur essendo ancora sconosciuta la sua origine, si sa che la “sindrome delle gambe senza riposo” spesso si presenta tra i membri di una stessa famiglia, un fatto che dimostra l’esistenza di una componente genetica.
Secondo le ricerche più recenti sembra che il disturbo sia legato a un’eccessiva sensibilità delle gambe, dovuta a sua volta a un problema nel metabolismo della dopamina: un importante mediatore utilizzato dai neuroni per comunicare tra loro.

Solitamente questo tipo di disturbo fa il suo esordio nella mezza età, ma particolarmente suscettibili a incorrervi sono le donne in gravidanza durante il periodo della gestazione. Generalmente però il disturbo scompare dopo il parto.

In una piccola percentuale di casi la “sindrome delle gambe senza riposo” è conseguenza di alcune patologie più importanti, soprattutto quelle a carico del sistema nervoso centrale. Tra le persone che soffrono di sclerosi multipla, la sindrome ha infatti un’incidenza doppia rispetto a quella che si ha nella popolazione generale e anche nella malattia di Parkinson si presenta con una certa frequenza.

Un leggero aumento del rischio di sviluppare il disturbo si riscotra anche tra le persone sofferenti di apnee notturne, diabete, alcune malattie autoimmuni e della tiroide e nelle neuropatie periferiche. A volte la sindrome delle gambe senza riposo si manifesta dopo interventi alla colonna vertebrale.

In alcune persone sensibili, il disturbo può presentarsi occasionalmente in seguito all’assunzione di alcuni farmaci antiemetici e antistaminici, mentre è più frequente che si manifesti temporaneamente in occasione della sospensione -specie se brusca- dell’uso di farmaci ansiolitici o ipnotici a base di benzodiazepine.

Rimedi per la sindrome delle gambe senza riposo

Non esiste una vera e propria terapia di cura della sindrome delle gambe senza riposo. Si può però ricorrere ad alcuni accorgimenti che nella maggior parte dei casi consentono un netto miglioramento dei sintomi.

Per prima cosa occorre ridurre lo stress e aiutare i muscoli delle gambe a scaricare la tensione. Durante il giorno è utile evitare di restare immobili per molte ore di seguito e, anche se si svolge un lavoro alla scrivania, è opportuno alzarsi ogni tanto per sgranchire le gambe.

E’ utile fare anche dell’esercizio fisico (in plestra o in piscina), ma almeno sei ore prima di andare a dormire.
Mentre alla sera si possono fare brevi esercizi di stretching dolce.
Anche tecniche di meditazione e yoga possono essere d’aiuto.

Bisogna poi fare attenzione all’alimentazione, attenendosi a tutte le prescrizioni dietetiche consigliate per i disturbi del sonno, evitando pasti serali pesanti e troppo speziati.
In particolare, vanno evitati gli alcolici e il caffè, soprattutto nel pomeriggio o alla sera: anche se apparentemente il caffè allevia al momento i sintomi, in realtà l’effetto della bevanda è quello di spostarne a un’ora più tarda l’insorgenza della sindrome, peraltro intensificandola. È quindi buona norma astenersi dall’assumere caffeina che, va ricordato, è presente anche nel tè, nel cioccolato e in molte bevande gassate.

È anche bene mantenere un ritmo di sonno-veglia regolare, andando a dormire e svegliandosi sempre alla stessa ora, ma attenzione: alcune persone che soffrono della sindrome hanno tratto beneficio da uno spostamento degli orari, coricandosi a un’ora più tarda per svegliarsi più tardi, in modo da mantenere comunque un numero adeguato di ore di sonno.

Nei casi, relativamente rari, in cui il disturbo interferisca fortemente con la possibilità di riposarsi e i tentativi di porvi rimedio con gli accorgimenti indicati siano risultati inefficaci, si può ricorrere sotto attento controllo medico ad alcuni farmaci solitamente utilizzati nella terapia del Parkinson e dell’epilessia. Questi farmaci però, oltre ad indurre sonnolenza, non sono privi di effetti collaterali e, in un numero sia pur ridotto di casi, a lungo andare possono provocare un peggioramento dei sintomi.

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