Sintomi e cura otite media catarrale, otite esterna, tappo di cerume nelle orecchie, calo dell’ udito

Molti disturbi dell’ udito sono curabili e reversibili. Ecco una guida utile per la salute delle orecchie e dell’ udito.

SINTOMI E CURA OTITE MEDIA CATARRALE

L’ otite media catarrale, molto frequente nella stagione invernale, è dovuta alla presenza di secrezioni mucopurulente che, dalla faringe e dalle cavità nasali, arrivano fino all’ orecchio medio attraverso le trombe di Eustachio. Così nasce il dolore martellante e la sensazione di avere l’ orecchio “pieno”, con i suoni che rimbombano come da lontano. Si tratta, però, di un abbassamento dell’ udito che dura un paio di giorni e che passa non appena si ricorre alle terapie antibiotiche e inalatorie. L’ unico caso in cui l’ otite può causare un deficit uditivo permanente è quando il catarro, premendo dall’ interno, provoca la perforazione del timpano: una membrana sottile che nel 60% dei casi si riforma, ma che in quelli più sfortunati può portare un calo dell’ udito irreversibile che interessa una o entrambe le orecchie e che può essere lieve (la persona sente 10-20 decibel in meno) o moderato (30-40 decibel in meno).

Per evitare la rottura del timpano, frequente nei bambini, è sempre bene ricorrere all’ antibiotico per bocca al primo segnale di infezione. La buona notizia è che oggi è possibile ricostruire la membrana timpanica grazie a un piccolo intervento chirurgico che consente di recuperare un udito perfetto.

MANTENERE PULITO IL NASO FA BENE ALLA SALUTE DELLE ORECCHIE

E’ importante ricordare che le otiti, la principale minaccia al nostro udito, sono spesso la conseguenza di raffreddori e di infezioni del cavo orale, come le faringotonsilliti non curate. Per questa ragione, ai primi cenni di raffreddore è consigliabile utilizzare gli spray nasali a base di acqua termale venduti in farmacia: 3-4 “spruzzini” al giorno svolgono una spiccata azione decongestionante e aiutano a fluidificare le secrezioni nasali, che diventano più facili da espellere. Buona regola è tenere nell’ armadietto dei medicinali anche delle fialette per aerosol, sempre a base di acqua termale, che combattono bronchiti e tonsilliti sul nascere. Così si evitano complicanze che possono tradursi, nel lungo inverno, in otiti a ripetizione.

SINTOMI E CURA OTITE ESTERNA

Per chi soffre di otiti ricorrenti, nuotare al mare o in piscina non comporta di per sé alcun rischio per le orecchie. Al limite, l’ acqua che ristagna nel canale uditivo può provocare una transitoria otite esterna, cioè l’ infiammazione della cute dovuta a batteri o miceti. L’ otite esterna si cura instillando nelle orecchie delle gocce a base di antibiotici, cortisonici o antimicotici. Per evitare le otiti esterne, basta “scrollare” e asciugare bene le orecchie con la salvietta una volta usciti dall’ acqua. L’ unico caso in cui i tappi in silicone servono davvero è quando l’ otorino accerta una perforazione della membrana timpanica che non si è rimarginata, conseguenza di un’ otite acuta avuta tempo addietro.

COSA FARE QUANDO SI FORMA UN TAPPO DI CERUME NELLE ORECCHIE

Quando si forma un tappo di cerume, pulire le orecchie col bastoncino di cotone non va bene, perché in questo modo il cerume viene spinto ancora più in profondità nell’ orecchio. Compattandosi in fondo all’ organo dell’ udito, il cerume finisce per ingrossare il classico “tappo” che procura la fastidiosa sensazione di avere le orecchie ovattate, con i suoni che arrivano attutiti. In questi casi, si può cercare di sciogliere il tappo di cerume instillando tre gocce di speciali soluzioni oleose (a base di urea, glicerina e olio di mandorle) vendute in farmacia. No invece ai coni di cera da riscaldare e inserire nel condotto uditivo: possono aumentare i depositi di cerume. Se però l’ orecchio con le gocce non si “stappa”, meglio rinunciare al fai da te e andare dall’ otorino che farà “saltare via” il tappo di cerume aspirandolo o eseguendo un lavaggio auricolare con un getto di acqua a 37 gradi.

TELEFONO CELLULARE E CALO DELL’ UDITO: ONDE DI DISTURBO, SIBILI, ECHI E RONZII

Chi passa le ore al telefonino, può avvertire un senso di calore e di “pienezza” all’ orecchio, ma non sono questi gli effetti davvero nocivi. Secondo gli esperti, a guastare l’ udito è il costante rumore di fondo che si accompagna alle telefonate, cioè il “noise”: quelle onde di disturbo che interferiscono col segnale di trasmissione e che vengono impercettibilmente avvertite come sibili, echi e ronzii. Si tratta di un sottofondo rumoroso che non solo spinge a parlare ad alta voce ma che provoca un pericoloso effetto-accumulo: più il tempo di esposizione al “noise” si allunga, più aumenta il rischio di andare incontro, negli anni, ad un abbassamento dell’ udito. Per questo è bene non parlare al cellulare per più di venti minuti, alternare spesso le orecchie e ricorrere il più possibile al vivavoce.

CALO DELL’ UDITO: I TEST MEDICI

Il calo dell’ udito è erroneamente considerato una malattia della terza età. In realtà si registra un progressivo deterioramento delle facoltà uditive già a partire dai 40 anni, specie se si vive o si lavora in ambienti molto rumorosi, che mettono a dura prova le orecchie. Per questa ragione, chi si accorge di sentire meno bene, vuoi perché alza il volume della tv, perché si fa ripetere le cose o perché spesso non sente la suoneria del cellulare, dovrebbe andare dall’ otorino per sottoporsi a due semplici test, di focile esecuzione. Il primo è l’ esame audiometrico e consiste nell’ inviare (sia in cuffia che tramite un vibratore osseo posto dietro all’ orecchio) un suono di base (chiamato tono) gradualmente ridotto di volume finché non viene percepito. Questo test serve ad individuare la soglia uditiva minima della persona esaminata. Il secondo test si chiama impedenzometria e si divide in due parti: il timpanogramma che tramite una sonda acustica valuta la funzionalità del condotto uditivo e della membrana timpanica, e il riflesso stapediale che testa la mobità di quella catena di ossicini (incudine, martello e staffa) incaricata di trasmettere le vibrazioni sonore dal timpano all’ orecchio interno. Entrambi gli esami sono indolori e convenzionati col Sistema sanitario nazionale.

ALLE TERME è POSSIBILE RECUPERARE UN CALO DI UDITO

Le cure termali sono vivamente raccomandate dall’ Associazione italiana per la ricerca sulla sordità, perché funzionano a qualsiasi età, da grandi e da piccini. Negli stabilimenti termali più moderni sono addirittura sorti dei Centri per la Cura della Sordità Rinogena (quella dovuta a infezioni delle vie aeree) che prevedono un ciclo di 24 sedute all’ anno, fruibili col Servizio sanitario nazionale (basta consegnare al medico termalista l’ impegnativa del medico curante, corredata dalla descrizione della patologia). I trattamenti termali vengono in genere suddivisi tra due tipi di terapie (dodici più dodici), tra docce o irrigazioni nasali, insufflazioni endotimpaniche (che si avvalgono di cateterini inseriti nell’ orecchio) e i cosiddetti Politzer crenoterapici. Questi ultimi utilizzano particolari “olivette” di vetro o di plastica da inserire alternativamente nella narice per favorire la veicolazione dell’ aerosol termale grazie a semplici atti di deglutizione, senza bisogno di fastidiosi “tubicini”. Le acque termali migliori sono quelle sulfuree, salsobromoidiche o ricche di radon.

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