Vad: mini cuore artificiale. Intervento chirurgico per malati con grave scompenso cardiaco

Lo hanno definito un mini cuore high tech: si tratta di un Vad, acronimo di Ventricular Assist Device, un apparecchio che sostituisce in parte il lavoro del cuore.

Gli altri dispositivi di assistenza ventricolare usati in precedenza erano decisamente ingombranti e destinati solo a persone col cuore molto malato, per esempio a causa di uno scompenso cardiaco in forma avanzata.
Rispetto ai precedenti Vad, il mini cuore artificiale invece è molto piccolo e quasi tutti i dispositivi collegati sono invisibili.

Lo studio è internazionale e diversi pazienti sono già stati operati in tutto il mondo. In Italia l’ intervento è stato eseguito dall’ équipe del dottor Ettore Vitali: responsabile del Dipartimento cardiovascolare dell’ Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano).
Nello studio sono stati coinvolti malati con grave scompenso cardiaco e che per età oppure per problemi di salute non possono subire il trapianto cardiaco. Nel futuro l’obiettivo è quello di applicare il cuore artificiale anche a chi ha una forma di scompenso non così avanzata.

Malattie del cuore: cause dello scompenso cardiaco e sintomi

Lo scompenso cardiaco è legato a numerose cause. Le più frequenti sono la pressione alta, specialmente quando non viene curata, le cardiomiopatie (gruppo di malattie, congenite o acquisite, che comportano un’ ipertrofia o una dilatazione dei ventricoli) e le malattie delle valvole cardiache.
In tutti questi casi aumenta il lavoro del cuore che con il tempo può ingrossarsi e affaticarsi.
Altrettanto responsabile è la malattia coronarica, specialmente se ha avuto come conseguenze uno o più infarti che hanno compromesso la capacità del cuore di contrarsi.

Tutte queste malattie causano un indebolimento del cuore che non riesce a pompare con sufficiente forza il sangue: il flusso sanguigno arriva con difficoltà ai tessuti e agli organi del corpo, che non ricevono abbastanza ossigeno e nutrienti per funzionare a pieno ritmo.

Lo scompenso cardiaco si manifesta con una serie di sintomi. I principali sono stanchezza e affanno, che si scatenano inizialmente dopo sforzi intensi, per poi diventare una regola anche dopo un impegno banale come salire una rampa di scale.
Sono presenti anche respiro accelerato e senso di fiatone, come dopo aver fatto una corsa. Con il tempo entrambi questi disturbi compaiono anche a riposo.
Si associa anche il gonfiore alle caviglie, soprattutto alla sera: si riconosce perché le scarpe diventano strette e le calze lasciano il segno. Inoltre premendo con le dita intorno alla caviglia o sulla parte anteriore della gamba, rimane l’impronta. Questo sintomo è presente tutte le sere, indipendentemente dal tipo di attività svolta.
C’è anche la tosse, che può essere confusa con la bronchite, ma che in questo caso ha la caratteristica di essere molto più intensa in posizione sdraiata ed è accompagnata da respiro affannoso.
Infine, il battito cardiaco è irregolare. Non c’è una regola ben precisa: il battito può essere lento oppure al contrario molto veloce e talvolta è presente una sensazione di tuffo al cuore.

Lo scompenso cardiaco si tiene inizialmente sotto controllo con i farmaci. Il Vad è l’ ultima strategia a cui ricorrere, quando nessun altro trattamento riesce ad avere effetto e non è possibile il ricorso al trapianto di cuore.

Mini cuore artificiale-Vad: intervento chirurgico mininvasivo

Il mini cuore è un dispositivo estremamente complesso: è in grado di pompare circa quattro litri di sangue al minuto. In questo modo aiuta il cuore sfibrato dalla malattia, che riprende ad avere una gittata quasi del tutto normale.

L’ intervento è di chirurgia mininvasiva, in anestesia generale e dura circa 3 ore. Sul torace del malato, all’ altezza del cuore, viene eseguita una mini toracotomia, cioè un’ incisione di circa quattro centimetri. Il chirurgo inserisce quindi una sorta di cannula in titanio e plastica biocompatibile, lunga cinque centimetri, del peso di 25 grammi, più o meno grande quanto una penna e la impianta nell’ atrio sinistro del cuore. Questa sezione del muscolo cardiaco ha un ruolo importante.
Il sangue arriva infatti all’ atrio destro poi al ventricolo destro e da qui viene convogliato ai polmoni dove si ossigena e cede anidride carbonica. Il sangue che a questo punto è arterioso, cioè ossigenato, viene condotto nell’ atrio sinistro e poi al ventricolo sinistro. Attraverso la valvola aortica, il sangue ossigenato passa nell’arteria aorta, che è l’arteria più grossa del nostro organismo e grazie alle sue diramazioni si distribuisce a tutto il corpo.

La cannula impiantata prende il sangue che altrimenti l’ atrio sinistro non riuscirebbe a smaltire, per far sì che continui il suo compito di ossigenazione a tutti gli organi e apparati del corpo. Questa parte è a sua volta collegata ad un “device”, sempre in materiale biocompatibile, che è posto sottopelle nella zona sotto la clavicola sinistra. Si tratta di una pompa, grande quanto una pila del telecomando della televisione, che ha il compito di aiutare il sangue a passare nell’ arteria succlavia (principale arteria che si trova nella parte superiore del torace) attraverso una connessione, simile ad un mini ponte, costruito sempre in materiale biocompatibile.
La pompa comprende un cavo di collegamento con l’ esterno per ricaricare il Vad con speciali piccole batterie. Serve anche per collegare il dispositivo ad un computer, in modo da valutarne la funzionalità.

Il nuovo Vad non ha quindi niente a che vedere con il precedente apparecchio, che comprendeva una parte di apparecchiatura esterna delle dimensioni di un computer portatile, da tenere a tracolla in una valigetta. Per non parlare dell’ intervento, che durava circa sei ore.
Con il nuovo Vad non è più necessaria la valigetta da tenere a tracolla e l’ intervento dura solo 3 ore.

I benefici del nuovo Vad sono immediati. Il cuore dei malati che oggi arrivano a questo tipo di intervento non è più in grado di pompare a sufficienza sangue per le necessità del corpo. Così i vari organi iniziano a soffrire e, a poco a poco, la situazione peggiora. In questi casi anche il minimo movimento, come banalmente salire un paio di gradini, lascia stremati e privi di forze. In linea di massima, lo stato fisico delle persone malate è caratterizzato da una capacità respiratoria ridotta e un tono muscolare pressoché inesistente, dal momento che il malato non si muove quasi più.
Già tre giorni dopo l’operazione si riesce a stare seduti e a compiere qualche passo in autonomia, senza avere problemi di respirazione. Inoltre, è finalmente possibile dormire senza soffrire di fame d’aria. In teoria i pazienti potrebbero già andare a casa dopo un giorno dall’ intervento, questo perché non è necessaria una riabilitazione cardiaca. I pazienti operati vengono però tenuti in ospedale per almeno una settimana semplicemente perché sono all’interno di uno studio clinico, e per questo è fondamentale registrare tutti i progressi.

Mentre è in ospedale, il paziente e un familiare vengono istruiti su come gestire la quotidianità, per esempio come ricaricare il Vad. Inoltre viene spiegato quali sono le attività che vanno evitate perché potrebbero danneggiare la comunicazione dell’ apparecchiatura con l’ esterno. Per esempio non bisogna portare sulle spalle uno zaino o fare il bagno in mare.
E’ poi necessario un contatto costante con la propria équipe di specialisti. Questo vale sempre e soprattutto quando si va in vacanza: è indispensabile comunicare il luogo di villeggiatura in modo che lo specialista possa inviare alla struttura di riferimento una serie di informazioni per la gestione della persona con Vad. Questa è una procedura necessaria per evitare che il personale medico abbia problemi in caso di emergenze. Non tutti, infatti, sanno per esempio che alle persone con Vad non è possibile fare il massaggio cardiaco.

Dopo l’ intervento il paziente deve seguire una terapia anticoagulante per mantenere il sangue fluido e prevenire la formazione di grumi. Man mano la cura viene scalata fino ad essere sospesa del tutto. L’ installazione del Vad però non elimina le cure farmacologiche di base che venivano effettuate prima dell’ intervento. Questo significa che in caso di pressione alta, di ipercolesterolemia (colesterolo alto) o di diabete, è necessario continuare ad assumere gli abituali medicinali.

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