Bambini e amico immaginario: come comportarsi. Saper ascoltare sogni e desideri del bambino

A volte sembra che un bambino parli da solo, ma in realtà si sta confidando con un amico immaginario.
Quell’ amico non esiste, è frutto di immaginazione, ma se provate ad ascoltare quello che dice al bambino scoprirete che c’è più verità nella sua fantasia che nella sua vita reale. Perché il bambino racconta all’ amico immaginario sogni, desideri, ansie, paure, solitudine. E lo presenta anche in famiglia.

Spesso infatti è l’amico immaginario quello che fa pipì a letto o che non vuole stare seduto a tavola, è lui che fa i capricci ma è anche quello che si scusa per una marachella. In realtà questi sono i pensieri e i comportamenti del bambino stesso, che vengono trasferiti sull’ amico immaginario. A volte il bambino gioca con una sorellina immaginaria che desidera tanto o con l’ eroe di una storia che ha eletto a confidente.

In questi casi gli adulti devono evitare di ridere, minimizzare, prendere in giro il bambino perché non è vero niente. L’ amico immaginario è infatti un importante teatro dell’ anima per il bambino, che immagina di essere ascoltato come gli adulti non sanno fare. L’ amico immaginario è importante anche per i genitori che possono capire i bisogni e i disagi del bambino: gli adulti devono quindi ascoltare il bambino che si esprime attraverso il suo amico immaginario.

Molti educatori credono sia giusto rompere l’incantesimo dell’ amico immaginario, ma ogni bambino ha diritto ad un mondo fantastico che si evolve piano piano dentro il suo cuore, finché verso i 6-7 anni trova amici veri e reali e l’ amico immaginario sparisce da solo. La fantasia non è un rischio, l’amico immaginario del bambino non è un minaccioso fantasma, ma è un amico appunto, che rivela grandi verità sul bambino stesso. Basta non avere riserve, come diceva lo scrittore francese Antoine de Saint-Exupéry: “L’essenziale è invisibile agli occhi”.

Potrebbero interessarti anche...