Camminare a piedi scalzi: rischi

puntura di zecca dei boschi

Camminare scalzi nei parchi, nei centri sportivi o in spiaggia è una piacevole pratica. Nasconde però alcuni rischi, come zecche, pulci della sabbia e parassiti.
Il pericolo più comune a bordo piscina, in palestra o sulla sabbia è quello di contrarre il “piede d’atleta“: un fungo che colpisce la zona fra le dita dei piedi causando molto prurito e, a volte, bruciore. Nel verde e nell’erba, soprattutto se incolta, si nascondono le zecche; mentre alcune spiagge possono “ospitare” pulci della sabbia che provocano pomfi alle piante dei piedi.

Occorre ricordare che negli ambienti caldo-umidi sopravvive indisturbato l’Hpv (Human papilloma virus) che causa le note verruche, spesso scambiate per callosità. Le verruche possono comparire sul collo e sulle mani, ma le più frequenti sono quelle dei punti d’appoggio del piede: talloni, parte anteriore della pianta, dita del piede. A volte, solo una lente d’ingrandimento consente di distinguerle dal callo, semplice ispessimento della pelle.
Come riconoscere le verruche? Presentano minuscoli punti marroni, le cui dimensioni sono simili a una punta di spillo; danno dolore intenso mentre si cammina.

Si può invece tranquillamente camminare scalzi nella propria abitazione. Camminare scalzi a casa dà molti benefici: il ritorno venoso attivato dallo stimolo meccanico alla pianta del piede favorisce il drenaggio dei liquidi e rende le gambe meno gonfie. Inoltre camminare scalzi a casa rilassa!

Camminare scalzi sul bagnasciuga: tracine e meduse

camminare scalzi fa bene o fa male
Passeggiare scalzi sul bagnasciuga è molto gradevole, ma è bene scegliere lidi controllati e puliti.

Puntura di tracina: primo soccorso

La tracina è un pesce che vive sulla battigia, semi-affondato nella sabbia, e che (essendo dotato di un aculeo velenoso posto tra le spine dorsali) ferisce con facilità i piedi di chi lo calpesta provocando gonfiori, febbre e senso di nausea. La sostanza velenosa iniettata dalla tracina è molto sensibile al calore e deve essere tolta subito, immergendo il piede in acqua calda e poi “spremendo” la zona della puntura.

Puntura di medusa: rimedi

Sulla battigia è facile incappare in qualche medusa agonizzante semi-nascosta nella sabbia, che riesce ancora a pungere e causare forte dolore, mal di testa, brividi. Di solito impacchi freddi con aceto e un antidolorifico bastano a calmare il disturbo, ma a volte (se compaiono anche febbre e nausea) è opportuno consultare un medico.

Camminare scalzi nel bosco o sull’erba: zecche e strongiloide

puntura di zecca dei boschi
Camminare a piedi scalzi nei parchi, nell’erba incolta, nelle aree verdi o nei boschi può nascondere dei rischi.

Come riconoscere la puntura di zecca

Su tutti i terreni (non solo esotici) delle aree con fitto bosco e verde incolto ci si può imbattere nelle zecche. La puntura della zecca, effettuata con il rostro (bocca della zecca), non provoca né dolore né prurito.
Ne possono derivare varie infezioni pericolose, la più grave è la malattia di Lyme che, se non diagnosticata in tempo, può causare alterazioni al sistema nervoso. Una regola post-puntura da seguire è la seguente: se il rostro del parassita è ancora attaccato alla pelle, è preferibile non applicare in quella zona ammoniaca, alcol, etere, cloroformio, vaselina o altro. In questo caso la zecca potrebbe espellere agenti infettivi che causano la malattia di Lyme.
Se dopo una settimana o due dalla puntura di zecca compare una chiazza rossa che si allarga formando degli anelli, è fondamentale rivolgersi subito ad uno specialista.

Parassita strongiloide: dove si trova?

Nelle aree verdi delle zone tropicali è piuttosto facile imbattersi nello strongiloide: un parassita che colonizza tutto il corpo causando un’infestazione che, all’inizio, si presenta con sintomi generici (prurito, mal di pancia, senso di stanchezza). La diagnosi consiste nella ricerca delle larve nelle feci e deve essere tempestiva, perchè la rapida proliferazione delle larve può mettere in pericolo la funzionalità degli organi.

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