Ginecomastia: seno femminile nell’ uomo

ginecomastia uomo

ginecomastia uomoE’ un medico del “Singleton Hospital di Swansea” (Gran Bretagna) ad avvertire la comunità scientifica e gli sportivi che i casi di ginecomastia maschile sono in preoccupante aumento in Inghilterra e che, nella struttura ospedaliera in cui lui lavora, la casistica è cresciuta passando da un episodio a settimana ad addirittura uno al giorno.

La ginecomastia maschile, per chi non la conoscesse, è una patologia che porta allo sviluppo anomalo delle mammelle nei soggetti di sesso maschile. Le conseguenze sono i pettorali dell’uomo che diventano simili al seno femminile.
Questo significativo moltiplicarsi dei casi di ginecomastia maschile ha un legame con l’aumentata attenzione per il corpo da parte degli uomini: allenamenti mirati e l’assunzione di integratori e steroidi anabolizzanti, ironicamente portano a sviluppare il seno femminile.

Intervistiamo il Prof. Mario Dini, Chirurgo Plastico Estetico con studi a Firenze e Milano, che commenta la notizia diffusa in Gran Bretagna e ci spiega le cause e la modalità dell’ intervento di ginecomastia maschile. L’intervista:

Professore, che cos’è la Ginecomastia?

Prof. Mario Dini: La ginecomastia, termine che si riferisce ad un ingrossamento benigno simil-femminile del seno dell’uomo, è un problema piuttosto comune nella popolazione maschile, in particolare nei giovani adulti, con una prevalenza riportata fino al 36%. Questa problematica provoca nell’uomo ansia, imbarazzo, problemi funzionali e disagio psico-sociale. Non è sorprendente, quindi, che la ginecomastia sia un motivo molto frequente per una visita di chirurgia plastica negli uomini.
La ginecomastia è così classificata:

  • Ginecomastia vera, la più rara, a componente ghiandolare pura

  • Ginecomastia falsa, a componente esclusivamente adiposa (grassa)

  • Ginecomastia mista, la più frequente, a componente adiposa e ghiandolare

Quali sono le modalità di intervento?

Prof. Mario Dini: Le due opzioni di trattamento sono la terapia medica e la terapia chirurgica. La terapia medica è probabilmente la più efficace durante la fase di crescita ed adolescenziale. E’ la prima cosa che si deve tentare nel caso di ginecomastia vera della pubertà.

E se, in questo caso non si ottenessero i risultati sperati, si interviene anche chirurgicamente?

Prof. Mario Dini: Se il trattamento medico non ha successo, il trattamento chirurgico è l’ unica soluzione possibile. Le opzioni chirurgiche per la ginecomastia includono la liposuzione, la chirurgia aperta e la chirurgia con la riduzione della pelle.

Per quanto riguarda la liposuzione, varie tecniche sono state descritte nel corso degli anni per migliorare e curare questo problema: la liposuzione può essere eseguita con tecnica tradizionale, oppure con tecnica superwet/tumescente, oppure con una liposuzione ultrasonica/laserlipo, o infine con una liposcultura con cannule estremamente fini.

Per quanto riguarda il trattamento aperto, questo significa fare una piccola incisione semicircolare lungo il margine inferiore del complesso areola-capezzolo e attraverso questa piccola incisione la componente ghiandolare del seno viene asportata.

Infine, la chirurgia con riduzione della pelle si applica solo nei casi di eccesso di cute nella regione mammaria. Mediante una escissione ellittica periareolare, il chirurgo plastico asporta una certa quantità di cute in eccesso, consentendo anche di risollevare il complesso areola capezzolo nella posizione più anatomica.

Le donne sono più pazienti, ma per l’ uomo si tratta di un intervento impegnativo?

ginecomastia  chirurgia esteticaProf. Mario Dini: L’intervento viene eseguito quasi sempre in day hospital, in anestesia locale con sedazione o in anestesia generale e dura poco più di un’ora. Dopo una semplice medicazione compressiva, il paziente viene dimesso e dopo due-tre giorni ritorna a fare molte delle attività quotidiane. Nel giro di un paio di settimane il paziente ricomincia a fare tutte le attività, tranne quella sportiva per la quale è consigliabile attendere circa un mese.

La mia casistica dimostra che con una pianificazione accurata e una selezione oculata dei pazienti, i risultati di correzione sono molto buoni e di grande soddisfazione sia del paziente che del chirurgo.

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