Macchie bianche sulla pelle: cura della vitiligine. Fototerapia e trapianto di melanociti

La vitiligine causa macchie bianche della pelle: grandi chiazze color latte dai contorni irregolari che contrastano con l’ incarnato.

Nelle persone che soffrono di vitiligine, sembra che la pelle sia “decolorala”. Le zone colpite dalla vitiligine sono di solito piedi, caviglie, mani, braccia e schiena, ma la vitiligine può anche estendersi al viso. Le macchie bianche della pelle tendono ad aumentare di dimensione e di numero, fino ad unirsi.

La causa principale della vitiligine è genetica, ma gli studi dimostrano che c’è una correlazione tra traumi meccanici (incidenti o abrasioni cutanee), chimici (peeling aggressivi), fisici (scottature solari) o emotivi e la vitiligine.

Cure per la vitiligine

Le linee-guida messe a punto dall’ Unione Europea indicano che la strategia vincente per la cura della vitiligine è una terapia combinata.
Nella fase di espansione della vitiligine occorre assumere del cortisone per bocca, per attenuare la componente infiammatoria e cercare di bloccarne l’ evoluzione.
Quando il problema si stabilizza, si passa alla fototerapia: esposizione a speciali lampade che emettono UVB a banda stretta. Per stimolare i melanociti a pigmentare la cute è importante fare le sedute tutti i giorni, tranne il sabato e la domenica, per almeno tre mesi (è la cosiddetta minipulse therapy). Inoltre, si è visto che la fototerapia risulta più efficace del 25% se si associano degli integratori per bocca contenenti un pool di antiossidanti (vitamine, ubichinone, Q10, selenio, zinco, rame) e delle terapie locali con creme cortisoniche, a base di derivati della vitamina D (calcipotriolo) o di immunomediatori (tacrolimus).

L’ ultima frontiera nella cura della vitiligine è il trapianto autologo di melanociti, indicato per le forme stabilizzate resistenti alle altre terapie (è convenzionato col Servizio Sanitario Nazionale). Dopo aver eseguito l’anestesia locale, con un piccolo attrezzo chiamato dermotono si “gratta via” dalla nuca o dai glutei un sottilissimo foglietto di pelle che viene utilizzata per preparare una sospensione cellulare: un gel che viene applicato direttamente, nell’ arco di 24 ore, sulle chiazze bianche da ripigmentare, precedentemente “esfoliate” con il laser per renderle più ricettive ad accogliere i melanociti. Dopo 7 giorni, si rimuove la medicazione e si inizia un ciclo di fototerapia mirata alle zone trattate. Nall’arco di sei mesi, i melanociti “trapiantati” attecchiscono e si ottiene una buona pigmentazione che può arrivare al 90% dell’ area trattata.

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