Sostituzione protesi al seno Pip difettose-Mastoplastica additiva e aumento del seno

Dopo lo scandalo delle protesi al seno Pip a rischio rottura (trovate maggiori informazioni qui: Protesi al seno Pip a rischio rottura), il consiglio di Stato ha dato ragione al Codacom per quanto riguarda le linee guida di espianto e reimpianto delle protesi al seno difettose (ulteriori informazioni qui: Possibilità di sostituire le protesi al seno Pip). Sarà il Servizio sanitario a farsi carico delle spese in caso si sostituzione delle protesi al seno Pip.

Lo scandalo delle protesi al seno Pip: rischio rottura e silicone differente da quello autorizzato

L’ intervento chirurgico di mastoplastica additiva per l’ aumento del seno è tra le operazioni più richieste dalle donne nell’ ambito della chirurgia estetica in Italia. Lo scandalo delle protesi al seno Pip (dell’ azienda francese Poly Implant Prothese) è nato a seguito delle ripetute segnalazioni di rotture precoci delle protesi prodotte da questa società. A partire dal 2001, la maggior parte delle protesi Pip era stata riempita con un gel al silicone differente da quello autorizzato.

Le protesi al seno Pip sono state cioè riempite con il silicone abitualmente utilizzato per usi industriali. Dopo aver riscontrato che, in caso di rottura, la sostanza non era dannosa per la salute delle donne portatrici di tali protesi, il ministero della Salute italiano ne ha comunque disposto l’ immediato ritiro dal mercato e il divieto di utilizzo. Poi tutte le donne, operate dopo il 2001, sono state invitate a sottoporsi ad accertamenti mirati al fine di provvedere, nel caso, alla sostituzione delle protesi Pip con altre protesi al seno di qualità conformi alle leggi sanitarie.

Nuovi controlli per l’ aumento del seno con mastoplastica additiva

Dopo l’ allarme generato dalle protesi al seno Pip, oggi gli impianti protesici (considerati dispositivi medici a tutti gli effetti) devono presentare requisiti di qualità e sicurezza tali da assicurare un alto livello di protezione sanitaria, ed essere conformi a quanto stabilito dal ministero della Sanità e dall’ Unione europea. Per evitare nuovi allarmi e risalire alla quantità e qualità di protesi al seno impiantate, sono stati istituiti un registro di controllo nazionale e 21 registri regionali in Italia. Il chirurgo plastico è obbligato a comunicare al ministero della Salute i dati identificativi della donna sottoposta all’ intervento di mastoplastica additiva e il tipo di protesi impiantate. Questa nuova procedura consente un monitoraggio sicuro sulla qualità delle protesi usate per l’ aumento del seno, inoltre permette alle donne di non correre rischi in una seconda operazione, perché si potrà sapere la “storia” del precedente intervento chirurgico.

Oggi le protesi mammarie sono formate da un rivestimento esterno costituito da pluriseriati in silicone (materiale sicuro per l’ organismo), per evitare la possibilità di una rottura o la trasudazione (minima fuoriuscita di silicone nella mammella) e all’ interno hanno un gel, sempre di silicone, che può essere più o meno consistente: dipende dal risultato che si desidera ottenere.

Il ruolo del chirurgo estetico nella scelta delle protesi al seno più adatte

Le protesi mammarie per l’ aumento del seno si distinguono per forma (rotonde, anatomiche), dimensioni (volume della protesi) e consistenza (più o meno morbida). Oggi la scelta è abbastanza vasta, in grado quindi di soddisfare le esigenze della donna. Il chirurgo estetico consiglia le protesi al seno più proporzionate alla silhouette e adatte al tipo di tessuto cutaneo della donna che si vuole operare. Deve essere il chirurgo estetico plastico a guidare la donna verso la scelta più adeguata, per evitare che in futuro possa pentirsene. Un seno troppo gonfio e fuori misura, spesso suggerito da modelli televisivi, può essere funzionalmente scomodo, può comportare un notevole rilassamento cutaneo e portare a spiacevoli conseguenze cliniche. Quindi, gli elementi di valutazione prima di arrivare all’ intervento chirurgico di mastoplastica additiva sono diversi, a partire dalla circonferenza del torace e dalle dimensioni originarie del seno, senza trascurare lo stato generale di salute fisica e psicologica della donna. E’ opportuno ponderare attentamente ogni singolo caso.

Le protesi al seno garantiscono la loro integrità per 10-15 anni, dopodiché anche i medici consigliano la loro sostituzione per evitare eventuali rischi di rottura spontanea. L’ intervento di sostituzione, se le protesi sono integre, non presenta alcun rischio e si esegue in anestesia locale.

È bene precisare che l’ intervento chirurgico per l’ aumento del seno può comportare gli stessi rischi generali di un qualsiasi altro intervento. E necessario fare preventivamente gli esami diagnostici per verificare la certezza di poter effettuare l’ impianto di protesi al seno. Il primo intervento di mastoplastica additiva richiede l’anestesia generale e quindi deve essere eseguito in una struttura sanitaria adeguata, con degenza di uno-due giorni. Il post operatorio prevede alcuni accorgimenti che non consentono la ripresa alla propria vita sociale per circa una settimana.

Si è inoltre messo fine agli interventi di aumento del seno su ragazze ancora minorenni che si lasciavano sedurre dall’ idea del bisturi facile e del voler apparire come delle pin-up. Il ministero della Salute, adeguandosi alle linee europee e americane, ha vietato alle minori di 18 anni di rifarsi il seno, tranne che per malformazioni. Trovate maggiori informazioni qui: Aumento del seno con protesi vietato alle minorenni

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