La ricerca Telethon sulle cellule staminali: la proteina Wnt. Cellule staminali e cura di Alzheimer e Parkinson
di Redazione
20/04/2011
Nei laboratori dell' Istituto Telethon di Genetica e Medicina di Napoli è stata scoperta una proteina è in grado di favorire la riprogrammazione in staminali di cellule già differenziate. Si tratta di una ricerca tutta italiana che ha portato alla scoperta di un nuovo meccanismo per riprogrammare le cellule adulte e renderle simili alle cellule staminali: la chiave sta in una proteina chiamata Wnt già nota per essere coinvolta in numerose fasi dello sviluppo dei vertebrati e degli invertebrati. I ricercatori hanno preso diversi tipi di cellule adulte (fibroblasti, cellule del timo e precursori di cellule neuronali) e le hanno fuse con cellule staminali embrionali in presenza della proteina Wnt. Dopo questa "manipolazione", le cellule adulte hanno perso le loro caratteristiche tipiche e ne hanno invece acquisite altre, simili a quelle delle cellule staminali: si sono cioè trasformate in cellule poco differenziate (pluripotenti) e in grado di dare origine a cellule di tessuti diversi da quello di partenza. La vera novità, però, sta nella grande capacità di Wnt di promuovere questa sorta di "riprogrammazione". La scoperta, su cui la Fondazione Telethon ha già depositato un brevetto, apre prospettive molto interessanti in tutti i campi della medicina rigenerativa, cioè nella terapia di cura di tutte quelle patologie in cui si ha una degenerazione irreversibile dei tessuti (come ad esempio malattia di Alzheimer, morbo di Parkinson e cardiopatie).
Questo metodo italiano potrebbe infatti rappresentare una valida alternativa ad un altro filone di ricerca che ottiene cellule staminali a partire da cellule della pelle. Due gruppi di ricerca (uno giapponese e l' altro americano) lo hanno fatto introducendo nelle cellule (tramite vettori virali) dei particolari geni tipici della fase embrionale del nostro sviluppo e capaci di far "tornare indietro" queste cellule adulte allo stadio indifferenziato, tipico delle cellule staminali. Resta però il dubbio se l' introduzione di questi geni embrionali e la manipolazione attraverso l' utilizzo di virus possa alla lunga promuovere una crescita incontrollata delle cellule e portare così allo sviluppo di tumori. Il metodo proposto dal gruppo di ricercatori italiani potrebbe quindi rappresentare una valida alternativa per ottenere cellule simil-staminali a partire da cellule della pelle limitando l' introduzione di geni estranei (come invece avviene nelle due ricerche giapponese e americana). Wnt è infatti una proteina già disponibile sul mercato e andrebbe semplicemente aggiunta al liquido in cui i ricercatori fanno normalmente crescere le cellule che studiano. Ora il passo immediatamente successivo è studiare i meccanismi attraverso cui Wnt promuove la riprogrammazione cellulare e identificare i geni che sono attivati a seguito dell' azione di Wnt. Questo permetterà di individuare i meccanismi di base della riprogrammazione cellulare e contribuire così allo sviluppo di nuovi approcci terapeutici nel campo della medicina rigenerativa.
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