Eliminare vene varicose e capillari sulle gambe: scleroterapia, stripping, flebectomia, chirurgia

Per eliminare varici e capillare sulle gambe, antiestetiche venuzze e cordoni bluastri, oggi esistono diverse tecniche sicure: laser, sclerosanti e chirurgia possono risolvere il problema. E’ il medico che consiglia l’ intervento giusto in base ad ogni singolo problema da risolvere. Negli ultimi anni sono state messe a punto delle tecniche mininvasive, che sono capaci di “sfilare” le vene malate o di eliminare le teleangectasie in ambito ambulatoriale e con il minimo fastidio. Merito di microfibre laser sottili come un capello, di nuovi farmaci che sostituiscono la vecchia terapia sclerosante, di tecniche chirurgiche sempre più soft. Un aspetto che caratterizza la flebolinfologia moderna è l’ approccio conservativo: rispetto al passato, oggi si tende a salvaguardare il patrimonio venoso, che può servire per esempio per futuri by pass. Per questo tecniche come lo stripping sono sempre meno usate. Per scegliere il trattamento più idoneo, il medico procede a un’ accurata visita angiologica da completare con esami specifici. Ecco i due principali esami medici che il flebologo esegue:
– l’ ecodoppler è un esame indolore che utilizza gli ultrasuoni per individuare la velocità di flusso e riflusso, visualizzare le vene malate e fornire una mappa dettagliata della circolazione periferica;
– la pletisniografia è una tecnica diagnostica che consente di valutare l’ elasticità delle pareti venose, la quantità di sangue stagnante e la pressione arteriosa.
Tutti i dati che vengono evidenziati misurando il volume degli arti inferiori, in particolare del polpaccio, valutando le variazione tra un battito e l’ altro.

Ecco le tecniche più sicure per la cura di vene varicose e capillari sulle gambe.

Scleroterapia eco-guidata per la cura delle varici sulle gambe

La scleroterapia eco-guidata con schiuma o scleromousse è l’ ultima novità medica per trattare le varici fino a un diametro di 7 mm (le safene esterne) senza bisogno di intervenire chirurgicamente. Questa tecnica prevede l’ uso di una miscela molto pastosa di gas e agente sclerosante che, messa a contatto con il vaso malato, lo distrugge. E’ una tecnica indolore che dà ottimi risultati e pochissimi effetti collaterali: chiude le safene e le grosse collaterali senza problemi e, con la scleroterapia, è l’ arma principale nelle mani del flebologo. È un intervento ambulatoriale, praticato senza anestesia e sotto controllo ecografico. Il flebologo inietta la schiuma che, per la sua particolare composizione, sta a contatto con la parete venosa a lungo e non viene diluita con il sangue. Nella maggior parte dei casi è sufficiente una sola seduta per sopprimere il vaso, che diventa successivamente fibroso e poi viene riassorbito dall’ organismo. Subito dopo il trattamento si possono riprendere le normali attività: basta indossare per qualche giorno una calza elastica.

Sclerosanti semplici (scleroterapia) per la cura di teleangectasie e varici sulle gambe

Con aghi sottili viene iniettata una speciale sostanza che “irrita” le pareti della venuzza: le pareti “si schiacciano” una contro l’ altra e il capillare si autodistrugge. Le sclerosanti sono indicate per cancellare le teleangectasie, le varici di piccolo calibro (1-3 mm) e le vene residue dopo intervento chirurgico. Le sedute di scleroterapia, in ambulatorio, si fanno in genere una volta alla settimana e non sono dolorose. Le prime sedute servono allo specialista per valutare la risposta del paziente e i dosaggi dello sclerosante, di solito crescenti. La terapia è controindicata a chi soffre di allergie al farmaco, e in gravidanza occorre eseguirla con cautela. Dopo il trattamento si applicano delle creme lenitive e, se si tratta di vasi di calibro maggiore, viene utilizzato un bendaggio o una calza elastica leggera. Capita di avere un pò di dolore per qualche giorno, dovuto a un piccolo coagulo nel vaso trattato, ma presto scompare.

Laser endovasale per la cura di teleangectasie, varici e insufficienza venosa sulle gambe

Il laser è una delle altre grandi conquiste della flebologia moderna. Il principio è quello di “bruciare” la vena utilizzando l’ energia luminosa del laser. Indicato per cancellare i primi segni di insufficienza venosa, le teleangectasie, si utilizza con apparecchi diversi anche per le varici più grosse al posto della flebectomia. Si parla in questo caso di laser endovasale. È una pratica ambulatoriale che richiede solo l’ anestesia locale. Attraverso la pelle si introduce nel vaso una sottilissima fibra laser guidata da una sonda che viene fatta scorrere fino all’ inizio della vena (per la safena per esempio si parte dall’ inguine). Quindi si inviano tanti impulsi luminosi che fanno combaciare le pareti del vaso sanguigno, e si ritrae la sonda dall’ alto verso il basso così da chiuderlo completamente. Nei giorni successivi all’ ntervento si può avere una sensazione di bruciore e fastidio, o anche piccole ecchimosi, dovute al fatto che il laser aumenta la temperatura interna dei tessuti. È importante che gli interventi laser, anche quelli sulle teleangectasie, vengano fatti da medici esperti per non provocare depigmentazioni della pelle. Il laser infatti non distingue i capillari dalla pigmentazione e, in pelli scure (fototipi 3 e 4) può dar luogo a questo inestetismo.

Stripping e flebectomia per la cura delle vene varicose sulle gambe

L’ intervento classico di asportazione della safena è lo stripping. Eseguito con un filo d’ acciaio in anestestia locale o spinale (dall’ ombelico in giù), può lasciare sulla gamba delle antiestetiche cicatrici, in corrispondenza dei “tagli” praticati dall’ inguine alla caviglia. Per questo attualmente, se le condizioni lo consentono, si preferisce ricorrere alla flebectomia estetica. Questa prevede l’ asportazione della vena (o solo dei tratti malati) esclusivamente dalla parte della coscia con un intervento mininvasivo. La flebectomia estetica si svolge in ambulatorio e sotto anestesia locale; i segmenti varicosi vengono asportati dall’ esterno attraverso dei piccolissimi fori lunghi mezzo millimetro. Questi fori sono la porta di ingresso di ministrumenti, in particolare di un uncinetto chiamato uncino di Muller che serve per agganciare la vena, sollevarla e sfilarla. Le microincisioni poi non vengono suturate ma si chiudono con dei cerottini. Dopo l’ intervento si può riprendere subito una vita normale, basta indossare la calza elastica.

Chirurgia emodinamica per la cura di vene varicose e varici sulle gambe

È una tecnica chirurgica conservativa ideata nel 1988 da un ricercatore francese, Claude Franceschi, oggi rivalutata da molti flebologi perché permette di salvaguardare il patrimonio venoso. Si tratta però di una tecnica che richiede un lungo apprendimento e grande esperienza da parte del chirurgo, pertanto non tutti la praticano. Anziché sfilare la safena o le vene malate, si crea chirurgicamente un altro circuito che fa defluire il sangue in profondità. In un primo momento il flebologo realizza una mappa emodinamica personalizzata, cioè studia la circolazione venosa del paziente, poi identifica e segna i punti dove deve intervenire per interrompere i vasi. Le vene vengono legate in corrispondenza di questi punti. L’ intervento si pratica in ambulatorio, con una leggera anestesia e non è doloroso. Permette di riprendere subito le normali attività. Dà buoni risultati anche a distanza, e vi si può ricorrere nelle situazioni più complesse di ulcere varicose o recidive di varici dopo intervento di stripping.

Il laser cosmetico per la cura di teleangectasie sulle gambe

Le patologie iniziali con teleangectasie possono essere trattate con il laser cosmetico, preferibilmante a 538 diodi e quello a 980. Il laser non ha controindicazioni, tranne quella che non va usato su pelle scura perché confonde i capillari con la pigmentazione e rischia quindi di depigmentare. È consigliato ai fototipi da 1 a 3.

Microflebotattoo per eliminare i capillari extrafini sulle gambe

Vi sono capillari che hanno un diametro inferiore al mezzo millimetro. Sono così sottili da non poter essere incanalati perché nschiano di spezzarsi. In questi casi la tecnica usata si chiama microflebotattoo e consiste nel coagulare i vasellini finissimi dall’ esterno tramite un piccolo ago che và su è giù e che, come la macchinetta utilizzata per fare i tatuaggi, ne segue punto per punto tutto il percorso.

Chiropuntura: agopuntura e omeopatia per la cura delle teleangectasie sulle gambe

Le teleangectasie sono molto comuni tra le donne, perché dipendono da fluttuazioni ormonali. Per cancellarle c’è una tecnica chiamata chiropuntura: una combinazione di agopuntura e omeopatia. Con aghi sottilissimi si iniettano sottocute, nei punti di agopuntura, miscele di speciali rimedi omeopatici in grado di rafforzare le pareti venose. Sono necessane dieci sedute, una alla settimana.

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