Il nuovo intervento chirurgico per la cura della frattura del femore: per gli anziani e gli over 65 recupero veloce

Il nuovo intervento chirurgico per la cura della frattura del femore per gli anziani e gli over 65 recupero veloceAll’ Ospedale San Paolo di Milano è stato messo a punto un nuovo intervento chirurgico per la frattura del femore, soprattutto negli anziani, che consente di tornare in piedi già dopo 24 ore dall’ intervento.
Solo due piccole inci­sioni sulla gamba, una placca di acciaio biocompatibile e cinque vi­ti: sta in questo la tecnica più recente per curare le fratture del fe­more negli anziani. Il sistema, chiamato Percutaneous compression plates (in sigla Pccp), è molto me­no invasivo di quello tradi­zionale e il recupero è più ra­pido. Se le condizioni gene­rali lo consentono, già il giorno dopo l’ intervento il paziente può alzarsi dal letto, perché le viti e la plac­ca hanno un’ angolazione tale da permettere all’ osso di sopportare il carico del corpo senza problemi.

IL NUOVO INTERVENTO CHIRURGICO PER LA CURA DELLA FRATTURA DEL FEMORE: IDEALE PER GLI OVER 65

Questa tecnica chirurgica è perfetta per gli over 65: la tecnica è indicata per le persone che presentano fratture in quella zona del femore chiamata trocanterica, cioè nella porzione vi­cina alla testa dell’ osso (la parte più alta) che si artico­la con il bacino, formando l’ articolazione dell’ anca. Queste fratture del femore si veriflcano soprattutto negli over 65, quando le ossa so­no rese più fragili dall’ osteoporosi (malattia an­cora troppo poco diagnosticata e curata), e si spezzano anche in seguito a traumi banali.
Proprio per i pazienti over 65, il medico israeliano Yechiel Gotfried ha studiato la sua placca biocompatibile, faci­le da inserire anche su un tessuto osseo danneggiato dalla carenza di minerale.

L’ intervento chirurgico per la cura della frattura del femore avviene attraverso due piccole incisioni. Al paziente viene somministrata un’ anestesia locoregionale (subaracnoidea). In sala operatoria (su un lettino chiamato traumatolo­gico), i chirurghi riducono la frattura, come si dice in gergo, cioè riallineano ma­nualmente il femore spez­zato, facendosi guidare da un’ apparecchiatura a raggi X (l’ amplificatore di brillanza). A quel punto, ven­gono eseguite due piccole incisioni sulla pelle, attra­verso le quali si fa scivola­re la placca. Il chirurgo fissa questa sorta di piastra all’ osso con cinque viti (in­serite sempre attraverso le incisioni): due in alto, obli­que, che vanno a far presa nel collo del femore, e tre in basso, che fissano la placca alla porzione intermedia dell’ osso (diafisi).

LA RIABILITAZIONE POST-INTERVENTO

Dopo l’ intervento per riparare la frattura del femore, è necessario un periodo di riabilitazione che, in media, dura due-tre settimane (se non sono presenti altre patologie). È opportuno che il paziente anziano venga ricoverato in un centro attrezzato. In genere sono previste due sedute quotidiane di esercizi di rieducazione motoria (90 minuti totali). La terapia segue tre linee: evitare la rigidità dell’ anca e del ginocchio; mantenere tonica la muscolatura della gamba; aiutare il paziente a ritrovare l’ equilibrio e a camminare, inizialmente con un deambulatore o le stampelle, fino al raggiungimento della condizione preesistente alla frattura del femore.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI:
Ospedale San Paolo
Via Antonio Di Rudini, 8 – Milano
Sito Internet: www.ao-sanpaolo.it

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