Infezioni vaginali: cause bartolinite, sintomi, terapia di cura

La bartolinite, infiammazione delle ghiandole di Bartolini della donna, è causata da un’ infezione vaginale. Esistono diverse terapie di cura.

E’ stata l’anatomista danese Caspar Bartholin Junior, nella seconda metà del 1600, a descrivere per la prima volta l’ esistenza e il funzionamento delle ghiandole vulvari della donna che hanno preso il suo nome: le ghiandole di Bartolini.

Le ghiandole di Bartolini sono due ghiandole che si trovano simmetricamente a destra e a sinistra delle grandi labbra e producono ora per ora, giorno per giorno, e in maggiore quantità al momento dei rapporti sessuali, una secrezione per il mantenimento della lubrificazione della vagina.
Questa sostanza fuoriesce dalle ghiandole attraverso un condotto sottile che sbocca sulla faccia interna delle piccole labbra.

Ciò è quanto avviene normalmente, ma può accadere che, a causa di un’ infezione, alcuni germi penetrino nelle ghiandole di Bartolini attraverso il condotto che comunica con l’ esterno, chiudendolo e riproducendosi rigogliosamente.
Il risultato è un’ infiammazione della ghiandola che può provocare una raccolta di secreto all’ interno della stessa con conseguente formazione di una cisti e, successivamente, di un ascesso.
L’ ascesso è la raccolta di pus in una cavità che si forma all’ interno di un tessuto proprio in seguito ad un’ infezione.

A questo stadio la donna soffre di un disturbo chiamato bartolinite: una delle forme di infiammazione più frequenti che interessano la vulva (che comprende l’ insieme degli organi esterni femminili).

Il vero problema non è quasi mai dovuto all’ infiammazione pura e semplice della ghiandola, che è estremamente transitoria, ma è la formazione della cisti -che poi si infiamma– a dare luogo alla malattia vera e propria che a questo livello richiede un intervento di tipo chirurgico per risolversi.

Cause della bartolinite: spesso è associata ad una vaginite

La causa della bartolinite è l’ ingresso di germi nel condotto destinato alla fuoriuscita del secreto prodotto dalle ghiandole. La penetrazione di un’infezione può avvenire in una sola o in entrambe le ghiandole di Bartolini.

Spesso l’ infezione avviene dai genitali esterni quando è in corso una vaginite. L’agente causale più frequente è un batterio chiamato gonococco.
Ci sono fattori che possono favorire il contagio, come per esempio le scarse condizioni igieniche, l’ impossibilità di lavarsi o cambiarsi d’abito per lungo tempo, i rapporti sessuali e la sudorazione.

Molto diffusa nell’ età fertile, la bartolinite è invece rara prima dell’adolescenza, perché in tale periodo le ghiandole di Bartolini non sono ancora funzionanti. Anche nella vecchiaia la malattia è rara, dato che dopo la menopausa le ghiandole di Bartolini vanno incontro ad atrofia.

Sintomi della bartolinite

I sintomi principali della bartolinite sono due: una sensazione di tensione e il dolore acuto. Altri sintomi spesso connessi sono -in un primo momento- senso di peso al basso ventre, prurito locale, arrossamento e gonfiore.

In genere è possibile notare una tumefazione (gonfiore) della parte inferiore delle grandi labbra, che tende ad accrescersi con il passare del tempo fino a raggiungere dimensioni importanti come quelle di una noce o addirittura di un’ albicocca, rendendo dolorosi i rapporti sessuali, ma anche camminare e stare seduti può diventare doloroso.
In qualche caso è possibile che si presenti anche qualche linea di febbre.

Quando si presentano sintomi così ben riconoscibili, è importante rivolgersi al ginecologo, che nel corso di una visita -senza bisogno di alcun esame- riconosce subito la malattia. Allo specialista basta infatti una semplice osservazione e una palpazione della zona interessata per avere immediatamente chiara la situazione e diagnosticare la bartolinite.

Al contrario della candidosi, che può trasmettersi anche all’ uomo provocando una sorta di effetto ping-pong tra i due partner, la bartolinite è una malattia che colpisce solo le donne.
Trovate maggiori informazioni sulla candidosi nell’ uomo e nella donna in questo articolo correlato (cliccate qui): Sintomi Candida nell’ uomo e nella donna
La bartolinite è però un disturbo che può mettere in difficoltà il rapporto di coppia: se le ghiandole di Bartolini sono infiammate, i rapporti sessuali sono dolorosi per la donna e sono assolutamente controindicati.

Cura della bartolinite

Una volta accertato che si tratta di bartolinite, il medico prescrive una cura differente a seconda che sia presente solo l’ infiammazione, si sia sviluppata una cisti o ci si trovi di fronte alla presenza di un ascesso.

Se è presente solo l’ INFIAMMAZIONE si procede semplicemente con una cura di tipo farmacologico a base di antibiotici, sia per bocca sia attraverso l’ utilizzo di pomate da impiegare a livello locale.
La cura è associata alla prescrizione di igiene assoluta e semicupi frequenti con acqua tiepida in cui viene fatto diluire un disinfettante. I semicupi sono bagni che si effettuano in un recipiente apposito, nel quale viene immerso il bacino.
E’ possibile inoltre che, oltre agli antibiotici, vengano prescritti anche antinfiammatori per contrastare l’infiammazione acuta in corso.
Generalmente il problema si risolve nel giro di 3-5 giorni.

Se è presente UN ASCESSO O UNA CISTI è necessario intervenire chirurgicamente per risolvere il problema.
Se è presente un ascesso si procede in maniera molto semplice incidendo la ghiandola di Bartolini, facendo fuoriuscire il pus e poi disinfettandola. Si tratta di un intervento che dura pochi minuti e richiede generalmente solo un’ anestesia locale.
Solo in un secondo momento, se necessario, si passa all’ asportazione chirurgica della ghiandola stessa. Anche in questo caso l’intervento è molto breve e richiede solo l’ anestesia locale o una forma leggera di anestesia generale. Il dolore si risolve nel giro di 12-24 ore.
Se invece -oltre all’ infiammazione- è presente una cisti, si procede direttamente con l’asportazione della ghiandola.

La bartolinite è una malattia abbastanza diffusa: molte donne si trovano a convivere periodicamente con questo disturbo che, comparso una volta, tende poi a ripresentarsi periodicamente se non è risolto nel modo corretto.
Ciò in genere avviene quando la bartolinite è stata curata con gli antibiotici: i medicinali risolvono l’infiammazione, ma non intervengono sulle condizioni che predispongono alla sua comparsa. Ecco perché, oltre che in caso di cisti, è generalmente consigliabile sottoporsi al piccolo intervento di rimozione della ghiandola anche quando l’infiammazione si è già presentata più di una volta, così da mettersi al riparo da recidive.
Si tratta di un intervento chirurgico davvero breve e molto semplice, l’importante è che sia effettuato in modo corretto asportando completamente la ghiandola perché -se ne rimane anche solo una piccola parte- la secrezione prosegue, causando nuovamente problemi e rendendo quindi inutile l’operazione.

Quando l’ ascesso tende a ripresentarsi, prima di procedere con la rimozione della ghiandola interessata, il medico può consigliare ed eseguire -nel corso dell’ intervento di drenaggio- una procedura detta di “marsupializzazione”. Questa tecnica prevede, in seguito all’ apertura e allo svuotamento completo dell’ ascesso, l’applicazione di una serie di punti di sutura che, rovesciando la capsula della cisti verso l’ esterno, assicura un drenaggio il più completo possibile del materiale purulento.
In alcuni casi fortunati è sufficiente questa procedura per scongiurare il rischio di recidiva, altrimenti è possibile intervenire -sempre dopo la risoluzione dell’infezione e dell’infiammazione- con la rimozione della ghiandola.

Prevenire la bartolinite: più attenzione all’ igiene

La prima e più importante regola di prevenzione della bartolinite è l’ igiene genitale: bisogna seguire un’accurata e quotidiana pulizia locale e –soprattutto in estate- cambiare frequentemente la biancheria intima.

Un’ altra buona abitudine per ridurre il rischio di incorrere in infezioni genitali, e quindi anche nella bartolinite, è evitare l’ abuso di assorbenti e salvaslip quando non è necessario. Gli assorbenti vanno usati solo nel periodo del ciclo mestruale.
Molte pubblicità in televisione consigliano la cattiva abitudine di usare sempre i salvaslip: evitateli quando non avete il ciclo mestruale, piuttosto cambiate più frequentemente la vostra biancheria intima.

È poi sconsigliato utilizzare indumenti e biancheria particolarmente stretti, perché lo sfregamento continuo del tessuto sulla pelle può dare origine a irritazioni a livello locale. Inoltre, una biancheria intima troppo aderente favorisce lo sviluppo di alcuni batteri responsabili della bartolinite.

Potrebbero interessarti anche...