Scoliosi: sport consigliati e da evitare. Attenzione al nuoto e alla danza

E’ molto importante distinguere tra atteggiamento scoliotico e scoliosi vera e propria. Nel caso di un atteggiamento scoliotico c’è una deviazione della colonna vertebrale, ma questa non è permanente e le vertebre stanno bene.
Nella scoliosi vera, o idiopatica, la deviazione della colonna vertebrale è invece associata anche ad una rotazione delle vertebre, una condizione che non comporta soltanto un problema estetico, ma che con il tempo può evolvere fino a dare seri problemi funzionali.



L’ età più sensibile, quando cioè bisogna fare più attenzione, è tra i 10 e i 15 anni, ma è importante anche il sesso. L’ incidenza della scoliosi è maggiore nelle ragazze ed anche l’ evoluzione della patologia può essere più veloce e più grave. Quindi, al minimo segno di una spalla più alta dell’altra o di una postura anomala, è necessario come prima cosa fare un controllo medico: andare subito dal medico di famiglia e quindi dall’ ortopedico, che farà gli accertamenti necessari, come la radiografia della colonna vertebrale.
La colonna vertebrale non deve avere mai una deviazione laterale, che quando è presente ed è accompagnata da una rotazione dei dischi delle vertebre, prende il nome di scoliosi.
Capire fin dai primissimi segni che si è in presenza di una scoliosi può permettere di arrestarne l’ evoluzione, evitando cosi di dover portare il busto correttivo per periodi molto lunghi, a volte per anni.

Scoliosi e sport consigliati

Nel caso dell’ atteggiamento scoliotico, l’ esercizio fisico e lo sport possono fare molto. Mentre nel caso della scoliosi conclamata lo sport da solo non basta: è necessario ricorrere al busto correttivo.
Anche nel caso di una scoliosi conclamata, specie se iniziale, nelle ore in cui non si porta il busto si può benissimo fare sport. Anzi, diversi studi scientifici confermano che determinati esercizi fisici tendono ad aiutare l’ azione del busto: il rafforzamento di alcuni muscoli ne aumenta la capacità stabilizzante e la colonna vertebrale sarà così molto più protetta rispetto a quella di una persona che si limita a portare il busto.

Nel caso di un atteggiamento scoliotico va bene praticare sport in modo amatoriale. Va invece evitato l’ agonismo, almeno fino ai 12-15 anni, perché determina un sovraccarico delle strutture molto più pesante.

Il calcio non ha controindicazioni ma in ogni caso, se l’ attività fisica è praticata con una certa intensità, è preferibile dedicarsi a sport cosiddetti “in carico”: sono quegli sport in cui, dovendo vincere la forza di gravità, l’ organismo è portato a sviluppare la muscolatura “di sostegno” e a migliorare le reazioni di equilibrio.
Via libera dunque, oltre al calcio, anche a tennis, pallavolo, pallacanestro, atletica, pattinaggio.

Occorre specificare l’ inesattezza di un pregiudizio molto diffuso sul tennis: questo pregiudizio afferma che il tennis fa male a chi soffre di scoliosi o addirittura che può causarla, in quanto si tratta di un’ attività sportiva “asimmetrica” che impegna e sviluppa maggiormente soltanto un lato del corpo.
Oggi la medicina conferma invece che non è così: di fatto il tennis non può peggiorare una scoliosi esistente, né farla insorgere, un dato che si può estendere anche ad altri sport asimmetrici, come per esempio la scherma.

Attenzione alla danza e al nuoto in caso di scoliosi

Attenzione invece alla danza e al nuoto “a rana”. Le attività fisiche che aumentano la flessibilità della colonna vertebrale -come la danza, la ginnastica artistica e il nuoto- possono favorire l’ aggravamento della curvatura scoliotica.

Ancora oggi è opinione molto diffusa che la cosa migliore di fronte ad un problema di scoliosi, reale o presunta, sia fare del nuoto. Questa idea è nata quando si pensava che l’ annullamento della gravità dovuto all’ acqua alleviasse lo sforzo sulla colonna vertebrale e che questo fosse positivo.
Non c’è dubbio sul fatto che il nuoto sia uno sport completo, ma riguardo alla frequente pratica del nuoto, è in ogni caso molto meglio adottare lo stile libero o il dorso. A differenza di quanto avviene con il nuoto a rana o a delfino, con lo stile libero e il dorso la colonna vertebrale non è costretta a flettersi e quindi ne trae giovamento.

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