Un secondo infarto uccide più del primo. Prevenzione: dieta sana e attività fisica

Il secondo infarto uccide più del primo. Di solito il primo infarto è un fulmine a ciel sereno. Ma sono purtroppo ancora molti gli italiani che, sopravvissuti ad un primo infarto, si dimenticano dei consigli di prevenzione e continuano con i loro stili di vita nemici del cuore, mettendo così in serio rischio la propria vita.

Eppure l’informazione sui comportamenti da seguire per prevenire infarto e ictus sono sempre più diffusi e i dati dimostrano che la riduzione dei fattori di rischio funziona, riducendo la probabilità di infarto in chi non l’ha mai avuto.
Ciò però non deve far abbassare la guardia a chi un primo infarto già lo ha avuto, perchè l’ infarto porta delle conseguenze nel tempo: il primo infarto è un campanello d’allarme, indica che il cuore non è più in perfetta salute e richiede cure, precauzioni, attenzioni.
Il secondo infarto è un evento evitabile e il rispetto di stili di vita “salva cuore” e dei consigli del medico restano prioritari.

Ogni anno molti italiani sono ricoverati a seguito di un infarto, per molti è la prima volta, ma per altri si tratta di una recidiva, cioè un nuovo infarto che colpisce chi ha già avuto questa esperienza.
Se per il primo infarto la mortalità è di circa il 3%, chi ha un secondo infarto ha invece una probabilità di morire pari al 20%.

Seguire le cure farmacologiche e cambiare stile di vita per prevenire un secondo infarto

Attraverso terapie farmacologiche adeguate e costanti su controllo medico si può dimezzare il pericolo di un secondo infarto e la conseguente mortalità. Purtroppo però, un anno dopo il primo infarto, soltanto un paziente su due segue cure appropriate.
Le più a rischio sono le donne e in generale gli under 60: sono le categorie con il più elevato tasso di abbandono delle cure perchè ne sottovalutano l’importanza e si considerano, a torto, meno a rischio degli altri.

E’ inoltre fondamentale cambiare stile di vita: dopo il primo infarto, oltre ai farmaci, bisogna abbandonare i comportamenti dannosi. Pochi però cambiano lo stile di vita, meno della metà corregge le abitudini alimentari, appena uno su dieci abbandona il fumo di sigaretta e il 70% non fa esercizio fisico.

Alimentazione sana, attività fisica costante ad ogni età e smettere di fumare sono le armi più efficaci per ridurre il rischio di successivi eventi cardiovascolari.

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