Trapianto di cornea per recuperare la vista. Sintomi e cura cataratta: impianto di cristallino – Salute Occhi

Recuperare la vista grazie al trapianto di cornea è oggi possibile grazie alla generosità di chi decide di donare gli organi dopo il decesso, a favore di chi è affetto da una patologia guaribile. In questo modo, molte persone possono finalmente riacquistare la vista. Le persone in lista d’ attesa per il trapianto di cornea sono numerose e non tutti riescono a sottoporsi all’ in­tervento chirurgico a causa della carenza di donatori, anche se l’ Italia è considerata il paese europeo leader in donazioni e trapianti di cornea. Nel nostro paese esisto­no diverse “Banche degli Oc­chi”, delle strutture che sono na­te allo scopo di ridurre le liste di attesa dei trapianti e di diminui­re l’ importazione di cornee da banche estere. le “Banche degli Oc­chi” dispongono di sofisticati controlli di qualità, si occupano di tutte le fasi legate al trapianto della cornea, dalla gestione delle liste d’ attesa alla selezione dei donatori, alla conservazione de­gli organi, alla loro distribuzione ai centri richiedenti. Inoltre le “Banche degli Oc­chi” s’ im­pegnano a sensibilizzare sul valore morale e sociale dell’ atto di donazione. Disporre di cornee sane significa restituire la vista a migliaia di persone.

La cornea è quel tessuto tra­sparente che costituisce la parte più anteriore ed esterna del bulbo oculare. La cornea è una lente con­vessa, di circa 1 mm di spesso­re, capace di far convergere (insieme al cristallino) i raggi lumi­nosi sulla retina, consentendo la corretta messa a fuoco delle im­magini. Sono diverse le patolo­gie corneali (di natura infiamma­toria-infettiva, traumatica o di­strofica) che possono provocarne l’ opacità con perdita della tra­sparenza e riduzione progressi­va della capacità visiva, fino al­la cecità (perdita della vista). La cecità dovuta alle malattie della cornea è di solito curabile.

Quando la cornea è opacizzata, l’ unica soluzione è un intervento chirurgico che ha lo scopo di sostituire at­traverso il trapianto, la porzione anteriore dell’ occhio. Il trapianto di cornea si chiama tecnicamente cheratoplastica (dal greco keratos che significa ap­punto cornea) e può essere di due tipi: “a tutto spessore” (che­ratoplastica perforante), o “lamel­lare”. L’ intervento chirurgico lamellare è un trapianto superficiale che ha lo scopo di sostituire solo lo strato anteriore della cornea e che viene praticato solo nei casi di opacizzazione superficiale o di particolari deformazioni. La cheratoplastica perforante è quel­la che comunemente viene chia­mata trapianto di cornea e consi­ste nel sostituire tutti gli strati del­la cornea opaca. Per l’ intervento chirurgico, si stabilisce pri­ma il diametro del lembo da tra­piantare e si taglia poi (utilizzan­do un piccolo trapano da chirurgia oculare) il lembo dall’ occhio del donatore. Dopodiché si effettua lo stesso procedimento sull’ occhio della persona cui deve essere trapian­tato. Una volta sostituita la parte, si fa in modo che i margini cor­rispondano perfettamente a quel­li della cornea residua. Di solito il recupero delle funzioni visive dopo un intervento di questo tipo avviene dopo alcuni mesi, quan­do comincia a stabilizzarsi la cicatrice.

MALATTIE DELLA CORNEA: L’ INTERVENTO CHIRURGICO DI CHERATOPLASTICA LAMELLARE PER IL RECUPERO DELLA VISTA

Tra le malattie che possono pro­vocare la diminuzione perma­nente della trasparenza della cornea, vi è il cheratocono: una malattia caratterizzata dal progressivo as­sottigliamento e sfiancamento della cornea. Negli stadi avan­zati, la malattia provoca l’ opacizzazione o la perforazione della cornea, e in questi casi l’ u­nica soluzione è la cheratoplasti­ca perforante (trapianto di cornea). Tuttavia nei primi stadi della malattia può essere risolutiva anche la cheratoplastica lamellare con cui si sostituiscono solo gli strati anteriori danneg­giati preservando quindi gli stra­ti profondi della cornea del rice­vente, riducendo così il rischio di rigetto. La superficie interna del lembo del donatore può anche essere modificata attraverso un laser ad eccimeri, al fine di ren­derla idonea a correggere la miopia oppure l’ astigmatismo del ricevente. In questo caso il taglio viene ef­fettuato senza alcun diretto contatto della cornea, con un raggio laser a eccimeri lungo una maschera metallica. La cornea del donatore ed occhio del ricevente vengono così adattati in modo ottimale uno con l’ altro. Rispetto alla cheratoplastica perforante, questo tipo di inter­vento è molto più semplice e ra­pido, ed essendo eseguito senza aprire il bulbo oculare evita molte com­plicanze e permette tempi di re­cupero più brevi. L’ assenza di vasi sanguigni che è alla base della trasparenza della cornea, le conferisce delle importanti proprietà utili ai fini del trapianto: la cornea può rimanere vita­le per molte ore dopo l’ espianto dal donatore, si conserva per molto tempo (fino ad un mese e più) e le probabilità di rigetto so­no molto inferiori rispetto agli al­tri trapianti d’ organo.

PROBELMI DELLA VISTA: CURA DELLA CATARATTA

La capacità visiva può essere compromessa anche da una progressiva e costante opacizzazione del cristallino (che è come una piccola lente a forma di lenticchia posta dietro l’ iride cololata, al centro della pupilla). L’ opacizzazione del cristallino interferisce o blocca il passaggio della luce. In questo caso si parla di cataratta, sulla quale si può intervenire solo attraverso una rimozione chirurgica e l’ impianto di un cristallino artificiale, perché non vi sono né farmaci né colliri che possano bloccarne lo sviluppo. Fino a qualche anno fa si aspettava che la catarat­ta maturasse prima di interve­nire, oggi invece è possibile intervenire anche in fasi pre­coci, non appena si avvertono delle difficoltà anche nella normale funzione visiva. L’ applicazione di un cristallino artificiale permette un notevole miglioramento nella qualità della vista.

Circa il 99% degli ultra sessantacinquenni soffre di cataratta: l’ immagine visiva diventa sempre più sfocata.

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