Sintomi e cura emorroidi, ragadi e fistola anale (l’ intervento chirurgico). Rimedi naturali stitichezza

Sono 6 su 10 le donne italiane che soffrono di emorroidi, ragadi o fistole anali, ma che per pudore o vergogna spesso non ne parlano con nessuno. E’ quanto emerge da un’ analisi condotta dagli specialisti della Siucp: la Società che riunisce i colonproctologi, cioè gli esperti nei problemi che riguardano il lato “b” del corpo. Al numero verde della Siucp, in due casi su tre telefonano donne che hanno problemi di emorroidi (sono vene varicose all’ interno del retto in prossimità dell’ ano), ragadi (sono lacerazioni della pelle che non si rimarginano e sanguinano, e sono causate dall’ eccessiva dilatazione dell’ ano a causa di feci grosse e dure e stitichezza; la pelle in corrispondenza dell’ ano si strappa e si rompe) o fistole anali (ascessi con fuoriuscita di materiale purulento da un piccolo orifizio sulla cute perianale). Questi “fastidi” possono addirittura cambiare lo sti­le di vita delle persone, molte donne infatti proprio a causa della natura di questi disturbi si impongono dei divieti: non vanno volentieri in va­canza perché non si sentono a loro agio in costume da bagno, o rifiutano i rapporti con il partner perché il do­lore tocca le zone intime. C’è inoltre molta paura del bisturi e dell’ intervento chirurgico per le emorroidi o per la fistola anale, anche se oggi esisto­no invece nuove strategie di cura che permettono di risolvere soprattutto le ra­gadi e le emorroidi senza ricorrere al­l’ intervento chirurgico. Anche quando è necessario operare, modalità e tempi sono deci­samente diversi rispetto a qualche an­no fa.

Certo, come per tutte le malat­tie, anche in questo caso è necessario rivolgersi a uno specialista, soprattut­to quando non si può fare a meno dell’ intervento chirurgico, perché si tratta di una parte del corpo delicata e da trattare con prudenza. Il rischio, infatti, è quello di alterare i muscoli e le terminazioni nervose e di provocare, di conseguen­za, problemi di incontinenza.

CAUSA DELLE EMORROIDI INFIAMMATE (STITICHEZZA) E CURA DELLE EMORROIDI: LE POMATE E L’ INTERVENTO CHIRURGICO

Le emorroidi sono come dei cuscinetti di tessuto spugnoso, ricchi di vasi sanguigni, posti nel tratto finale del retto, all’interno dell’ ano. A differen­za di quanto credono in molti, le emorroidi non so­no quindi una malattia, ma sono una parte del nostro corpo e finché sono “sane” non danno fastidi. Le emorroidi hanno però una funzione importante: agevolare la fuoriuscita delle feci. I problemi iniziano quando le emorroidi si abbassano verso l’ esterno infiammandosi. Allora, se non si corre ai ripari, le emorroidi possono fuoriuscire, provo­cando sanguinamento e dolore. Il fastidio passa solo quando i tessuti delle emorroidi “rientrano” in sede. Con il tempo, se non si risolve il problema, il disturbo peggiora sempre di più e le emorroidi rimangono esterne. La CAUSA PRINCIPALE del problema delle emorroidi infiammate è la STITICHEZZA, con i ripetuti sforzi quando si va in bagno. Però questo disturbo può manifestarsi anche in chi è troppo sedentario o durante la gravidanza, a causa della compressio­ne esercitata dall’ utero sul tratto fina­le dell’ intestino. Si possono alleviare la sensazione di bru­ciore e il dolore causati dalle emorroidi infiammate con delle po­mate specifiche. I prodotti più utilizzati sono a base di eparinoteli, che hanno la capacità di decongestionare le emorroidi. Ma attenzione a non abusarne, perché questi farmaci pos­sono causare una dermati­te e la zona si infiamma ancora di più. Un’ altra formu­lazione efficace, sempre in cre­ma, è a base di Saccharomices Cerevisiae, o lievito di birra.

Se le emorroidi non migliorano o sono ad uno stadio molto avanzato (cioè permangono esterne con di­sturbi frequenti) è invece necessario l’ inter­vento chirurgico. Oggi, con un particolare strumento chiamato stapler, viene asportata la mucosa al di sopra delle emorroidi che, a causa della sti­tichezza, ha ceduto e le spinge verso l’ esterno. Poi le emorroidi vengono ri­posizionate. Questo nuovo tipo di intervento chirurgico ha molti più vantaggi rispetto all’ intervento tradizionale con cui le emorroidi vengono asportate interamente, con un aumento del rischio di incontinen­za. Inoltre, con la tecnica dello stapler non sono necessarie le medicazioni quotidiane nelle 3-4 settimane suc­cessive all’ intervento perché le ferite non rimangono aperte e il dolore è controllabile. Infine la recidiva, cioè il pericolo che le emorroidi ritornino a dare se­gno di sé, è meno dell’ 1%.

Per l’ intervento chirurgico alle emorroidi, viene praticata un’ anestesia locoreqionale, cioè viene addormentata solo la zona da operare; questo tipo di anestesia non ha controindicazioni. Il dolore in genere è limitato alle 3-4 ore dopo l’ operazione, ma si tiene sotto controllo con i farmaci. Si torna a casa il giorno stesso, al massimo la mattina successiva e si può già riprendere la vita normale dopo qualche giorno. L’ intervento chirurgico per le emorroidi viene effettuato negli ospedali pubblici, oppure convenzionati, ed è a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Durante la prima settimana di convalescenza il medico prescrive un prodotto che aiuta a mantenere le feci morbide per evitare di doversi sforzare. Nei 15 giorni successivi all’ intervento chirurgico è meglio evitare l’ uso della carta igienica: è bene lavarsi con acqua tiepida e con un detergente antinfiammatorio a base di malva o di calendula. Per asciugarsi è bene utilizzare sempre un asciugamano morbido.

SINTOMI DELLE RAGADI E CURA: LE POMATE E L’ INTERVENTO CHIRURGICO

Le ragadi si presentano come delle fessurazioni (ferite o lacerazioni), simili a screpolature, che si formano nella parte esterna del­l’ ano, verso il coccige e, col tempo, di­ventano callose e sempre più profon­de. I SINTOMI delle ragadi sono inconfondibili: ogni volta che si va in bagno si scate­na un dolore intenso e martellante, che dura anche diverse ore ed è ac­compagnato da perdite di sangue. Anche in questo caso la stitichezza è la causa primaria delle ragadi. Gli sforzi, infatti, provocano le ragadi e, per reazione, i muscoli attorno all’ ano diventano “ri­gidi”. La sensazione descritta da chi soffre di ragadi è quella di avere un sasso sot­topelle. Il primo rimedio da utilizzare per la cura delle ragadi è una pomata a base di nitroglicerina, che rilassa gli sfinteri contratti e, di conseguenza, evita gli sforzi quando si va in bagno. La pomata va applicata 2 volte al giorno, mattina e sera, per 2 mesi. Se la pomata non porta benefìci e continua ad esserci la sensazione tipo “sasso”, si opta per un dilatatore: è un piccolo tubo di plastica rigida che non dà fastidio o dolore, da inserire per 5 minuti al giorno, mattina e sera. Si tratta di una vera e propria ginnastica passiva, che dilata l’ ano quel poco che serve per ri­lassarne i muscoli. Quando la ragade è profonda e callosa è invece necessario il bistu­ri e l’ intervento chirurgico. L’ intervento è sem­plice: consiste nella rimozione della zona dove c’è la lesione in anestesia lo­cale. Non occorrono punti.

SINTOMI FISTOLA ANALE E CURA: L’ INTERVENTO CHIRURGICO

Nel caso della fistola anale, tutto inizia con un piccolo ascesso che si forma in una ghiandola all’ in­terno dell’ ano. Quando l’ ascesso “guarisce”, può rimanere una fìstola: una specie di canalino che, dalla ghiandola den­tro l’ ano, arriva fino alla zona ester­na. La presenza della fistola anale non si nota tanto per il fastidio (che se non c’è infezio­ne è sopportabile), ma si nota per le trac­ce di perdite sugli slip. Dalla fìstola, che è come una piccola ferita sulla pelle, fuoriesce infatti un liquido giallognolo perché, dentro il canali­no, si insinuano con facilità i batteri che prolificano e danno poi il via a vere e proprie infezioni. Nella mag­gior parte dei casi gli ascessi che provocano le fistole anali non hanno un motivo pre­ciso: non sono lega­ti all’ uso di indumenti troppo stretti o sintetici, e neppure ad una scarsa igiene. Però, in una minoranza di ca­si, c’è un legame importante tra fì­stole e morbo di Crohn: una malattia infiammatoria cronica che colpisce l’ intestino. I ricercatori hanno notato che in circa il 10% dei casi, quando le fistole anali si manifestano nei giovani, sono un segnale precoce di questa patologia. La CURA per risolvere le fistole anali è sem­pre chirurgica, per due motivi: col tempo il canalino diventa più profon­do e a maggior rischio di infezioni, inoltre se la fistola è superficiale l’ intervento chirurgico è semplice. Consiste infatti nel far passare lungo il canale, fino al­l’ apertura dell’ ano, uno speciale filo elastico in silicone e molto sottile (tant’è che non si avverte). Il filo inserito, nell’ arco di 2 mesi fa sì che il liquido giallognolo presente all’ interno del canalino fuo­riesca dall’ ano e non si riformi più; in questo modo la zona si secca, chiu­dendosi. Quando invece la fistola anale è profonda, si deve praticare la fistulotomia, cioè l’ asportazione della zona (di pochi millimetri) con il canalino; questo tipo di intervento chirurgico dura circa mezz’ ora.

DIETA E ALIMENTAZIONE CONTRO LA STITICHEZZA

Dato che la stitichezza è la causa principale delle emorroidi infiammate e della formazione delle ragadi, ecco alcuni consigli per una sana alimentazione quotidiana contro la stitichezza per prevenire i disturbi.

– Nella dieta quotidiana, consuma tutti i giorni CIBI RICCHI DI FIBRE: la dose, stabilita dall’ Oms, è di almeno 30 grammi di fibre al giorno. Significa che devi mangiare ogni giorno almeno 2 porzioni di verdura a scelta, 2 di frutta, 1 di cereali, oppure pasta o riso integrali e 2 di pane integrale. In alternativa, assumi ogni mattina un integratore a base di fibre insolubili. In commercio esistono formulazioni in polvere senza sapore che si possono sciogliere in acqua o nello yogurt.

– Mangia FICHI SECCHI: un etto di fichi secchi contiene 1,38 grammi di fibre insolubili. Oppure trita finemente 100 grammi di fichi secchi e fai bollire in 1 litro di acqua; filtra il decotto e bevilo durante il giorno per una settimana.

– TUTTE LE MATTINE A DIGIUNO BEVI 2 BICCHIERI DI ACQUA NATURALE alla temperatura che preferisci: agisce da lassativo naturale.

– Ogni giorno assumi un flaconcino di LATTE FERMENTATO arricchito con bifidobatteri: migliora il transito intestinale.

– USA 30 GRAMMI DI OLIO D’ OLIVA AL GIORNO per condire gli alimenti, cioè circa 4 cucchiai: l’ olio d’ oliva ha un’ azione indiretta sulla funzionalità intestinale.

LASSATIVI NATURALI CONTRO LA STITICHEZZA: LE PIANTE AMICHE DELL’ INTESTINO (rimedi naturali stitichezza)

Se soffri di stitichezza e sei a rischio ragadi o emorroidi, puoi aiutarti anche con i rimedi della fitoterapia. Ecco le piante che aiutano contro la stitichezza (le trovi in erboristeria anche in forma di tisane, decotti e infusi da bere).
MALVA: contiene in elevate quantità la mucillagine, una sostanza che ammorbidisce la massa e ne accelera il transito. Si utilizzano in partico­lare i fiori e le foglie di malva.

FINOCCHIO: i semi di finocchio contengono oli essenziali che aiutano la digestione e, di con­seguenza, migliorano i processi intestinali. Il finocchio vie­ne usato insieme al­l’ anice.

ALTEA: è ricca di sostanze emollienti e antinfiammatorìe che aiutano a regolarizzare il transito intestinale, senza irrita­re. Si usa soprattutto la radice in decotto di altea.

Nota Bene: sono invece sconsigliate la Senna, la Frangula e il Rabarbaro perchè sono troppo irritanti.

SPORT E ATTIVITà FISICA CONTRO STITICHEZZA ED EMORROIDI

Oltre a dare un aiuto per regola­rizzare la stitichezza, l’ attività fisica costante rinforza i muscoli della re­gione pelvica e migliora la tonicità della zona anale. Gli sport più indicati sono:

– NUOTO: almeno 2 volte alla set­timana, oppure una camminata tutti i giorni per almeno 20 minuti.

– PALESTRA: va benissimo, ma senza sforzi fisici intensi, come il sollevamento pesi, perchè lo sforzo ripetuto può provo­care una congestione a rischio.

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