Macchie bianche della pelle (“fungo” della pelle), “piede d’ atleta” e verruche sotto al piede: malattie della pelle

Con i primi caldi, la nostra pelle diventa facile preda di invisibili virus e fastidiosi funghi. Di seguito, ecco alcuni consigli utili contro le più diffuse malattie della pelle: micosi (funghi della pelle), verruche e “piede d’ atleta”. In generale, per prevenire le micosi occorre asciugarsi bene e tenere sempre la pelle asciutta, e chi ne è soggetto dovrebbe fare una settimana di cura preventiva all’ inizio dell’ estate.

MACCHIE BIANCHE DELLA PELLE: COLPA DI UN FUNGO DELLA PELLE

Le malattie della pelle spuntano come funghi disegnando sulle spalle, la schiena e il décolleté delle macchie bianche, beige o rosate che conflui­scono tra loro formando chiaro-scuri e sfumature “a carta geografica”. La colpa di queste macchie della pelle è proprio di un fungo chiamato Malassezia, che si ripresenta in tarda primavera e in estate per scate­nare la più diffusa delle micosi cutanee: la Ptiriasi Versicolor, defi­nita così per le discromie della pelle. Questa micosi affligge, alme­no una volta nella vita, il 10% della popolazione, e spesso non si risolve in un episodio, ma si ripresenta l’ estate dopo con la complicità del clima caldo-umido del nostro Paese. Temuto spau­racchio per le donne che frequentano piscine e palestre, la Ptiriasi Versicolor è oggetto di luoghi comuni da sfatare: non si tratta infatti di un’ infezione presa circolando in luoghi poco puliti (come piatti delle docce nelle palestre, saune, bordi delle piscine, spogliatoi, ma anche sdraio o asciugamani).

Nulla di più errato: la Ptiriasi non è infettiva e non si trasmette attraverso il contagio perché la Malassezia è un “lievito saprofita” (cioè un fungo che si nutre di so­stanze organiche) che vive normalmen­te sulla nostra pelle senza fare guai, solo se trova un habitat favorevole si sviluppa in modo incontrollato. È infatti un fungo tipico delle donne con la carna­gione scura, che sudano molto e che hanno la pelle grassa. Per que­sta ragione il fungo della pelle si “riattiva” in estate, trovando terreno fertile nella pelle accaldata e umida. Il secondo luogo comune da sfatare è che per debella­re la Ptiriasi occorra prendere, ol­tre alle creme per uso topico, degli antimicotici per bocca. In realtà, gli studi dimostrano che per la cura è sufficiente applicare tutte le sere, per 15 giorni, delle pomate o lozioni antimicotiche (a base di econozolo, miconazolo, fluconazolo o altri composti azolici), senza bisogno di ingerire compresse che potrebbero intossicare il fe­gato. La persistenza delle macchie chiare della pelle, che induce a passare ai farmaci per bocca, è dovuta al fatto che spesso si applica la pomata alla sera e si fa la doccia al mattino, eliminando il principio attivo che do­vrebbe invece permanere sulla pelle 24 ore su 24 ore (meglio quindi fa­re la doccia alla sera e applicare successivamente la crema). Dopo 15 giorni di trattamento ben fatto, il fungo è ko, ma le chiazze chiare della pelle risal­tano ancora di più sulla cute abbronzata perché, finché è stato presente, il fungo ha fatto da scudo ai raggi ultravioletti, impedendo alle zone colpite di pigmentarsi. Per questa ragione, terminata la cura, è bene esporsi al sole per recuperare un’ abbronzatura uniforme.

VERRUCHE PLANTARI: VERRUCHE SOTTO AL PIEDE

Camminando scalzi nelle piscine, negli spogliatoi e sulle assi di legno degli stabilimenti balneari, è facile contrarre delle verruche sotto la pianta del piede. Queste verruche sono dovute alle fami­glia dei Virus Papova, e si presentano come una callosità profonda, dalla superficie ruvida e irregolare (il cosiddetto aspetto “a cavolfiore”). Alla lente di ingrandimento, si osservano tanti puntini rossi (che poi diventano scuri), corrispondenti ai capillari san­guigni. La terapia più innovativa per la cura non prevede l’ asportazione chirurgica col bisturi della verruca (che lascia cicatrici fibrose), né la crioterapia che congela la verruca con azofo liquido, facendolo scendere a una temperatura di -40°C (in farmacia, si trova anche una versione “fai da te”). La crioterapia è spesso ineffi­cace per la cura delle verruche, ed espone ad un rischio di recidive pari all’ 80%. Per la cura delle verruche è raccomandabile invece una soluzione liquida, a base di acido salicilico, acido lattico e collodio elastico che, grazie a un effetto peeling progressivo, “scioglie” le verruche in 30-40 giorni (costa 10 euro). Si applica col pennellino ogni sera fino a quando si forma uno strato di pelle morta, da rimuovere con una limetta per unghie.

“PIEDE D’ ATLETA”: PELLE ARROSSATA, VESCICHE E PRURITO

Vietato camminare a piedi nudi in estate. Oltre alle insidie delle verruche, c’è il perìcolo di incappare in una fastidiosa affezione cutanea chiamata “piede d’ atleta” proprio perché colpisce chi frequenta palestre e piscine. Il “piede d’ atleta” si manifesta con lembi di cute arrossata e macerata, punteggiata da microscopiche vescicole piene di liquido sieroso, che prendono di mira gli spazi interdigitali (intorno alle dita dei piedi) e i bordi del piede. Causato da vari funghi dermatofiti, il “piede d’ atleta” provoca una sudorazione e un prurito intenso che induce a grattarsi, aumentando la desquamazione della pelle. In questo caso è bene evitare le cure “fai da te” e rivolgersi subito ad un dermatologo per una diagnosi precisa (i sintomi del “piede d’ atleta” sono infatti molto simili alla psoriasi, all’ eczema e alla disidrosi). A differenza della Ptiriasi Versicolor descritta sopra (fungo della pelle), nel “piede d’ atleta” non è sufficiente seguire una terapia locale ma è bene associare alle pomate antimicotiche una cura per bocca della durata di 15-20 giorni. I principi attivi ad azione antifungina più efficaci sono l’ itraconazolo, il fluconazolo, la terbinafina e la fenticonazolo. Per evitare le ricadute basta usare sempre le ciabattine. Quando si prende il piede d’ atleta, l’ importante è non scambiarsi calze e ciabattine, in modo da non “attaccarlo” agli altri. Basta questo accorgimento per evitare il contagio, perchè il Piede d’ Atleta è difficile da trasmettere attraverso la biancheria comune.

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