Obesità e sovrappeso: conseguenze sulla salute

obesita-sovrappeso-eccessi-alimentazione

Gli eccessi alimentari sono all’origine di molte malattie “occidentali”. Oggi nel mondo coesistono, in un triste paradosso, i due antipodi della malnutrizione: c’è chi si ammala e muore per mancanza di cibo così come per un suo eccesso.
Nei Paesi più poveri, le malattie di origine alimentare sono legate alla carenza di risorse alimentari, allo scarso valore nutrizionale di quelle disponibili o alle inadeguate condizioni di conservazione degli alimenti. Da questi fattori hanno origine denutrizione, gravi carenze vitaminiche, intossicazioni e infezioni gastroenteriche che continuano a mietere vittime.
Nei Paesi più ricchi invece, dove carestie e problemi igienici appartengono ad un passato ormai remoto, a rovinare la salute sono proprio le conquiste del benessere: l’abbondanza di risorse alimentari, la diffusione delle tecniche di raffinazione dei cibi, la grande disponibilità di prodotti ad alta concentrazione di composti nutrienti (proteine, grassi, carboidrati).
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Con l’industrializzazione, lo sviluppo economico e l’urbanizzazione, lo stile di vita dei cittadini dei Paesi più ricchi è diventato sempre più sedentario, di conseguenza il bilancio quotidiano tra le calorie introdotte e le energie consumate resta sempre un po’ troppo “in attivo”.

La combinazione di una dieta ipercalorica, spesso ricca di proteine e grassi di origine animale e zuccheri, e di una scarsa attività fisica ha un impatto molto pesante sulla salute pubblica, tanto da spingere le più autorevoli istituzioni sanitarie a porre il cambiamento delle abitudini alimentari e dello stile di vita tra i provvedimenti di carattere urgente.
Già a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha infatti iniziato a lanciare l’allarme sull’aumento dell’obesità nelle popolazioni dei Paesi avanzati e in quelle delle aree urbane dei Paesi in via di sviluppo. Rispetto a 30 anni fa, in alcune aree geografiche i tassi di sovrappeso e obesità sono più che triplicati e secondo le proiezioni questa situazione può raddoppiare nel giro dei prossimi dieci anni.

Sovrappeso e obesità: malattie correlate

Sovrappeso e obesità sono tra i principali fattori di rischio di origine alimentare per alcune delle più comuni e pericolose malattie croniche: ipertensione, diabete di tipo 2, disturbi cardiocircolatori tra cui infarto e ictus, tumori. Sovrappeso e obesità provocano inoltre altri disturbi che non minacciano direttamente la vita, ma sicuramente ne peggiorano la qualità: difficoltà respiratorie, alterazioni muscoloscheletriche, riduzione della fertilità, problemi cutanei.

La maggiore probabilità di sviluppare diabete e malattie cardiovascolari a causa di una dieta ipercalorica e troppo ricca di grassi e di zuccheri è dovuta alle alterazioni metaboliche che si associano al sovrappeso.
Le alterazioni metaboliche costituiscono, complessivamente, una condizione clinica definita sindrome pluri-metabolica che comprende:

  • anomalie nel metabolismo degli zuccheri (insulino-resistenza, iperinsulinemia, iperglicemia);
  • livelli alti di colesterolo LDL (quello cosiddetto “cattivo”) e livelli bassi di colesterolo HDL (quello “buono”);
  • aumento dei trigliceridi e dell’acido urico nel sangue.

Secondo una recente classificazione della sindrome metabolica, ai disordini metabolici elencati si accompagnano tipicamente ipertensione arteriosa (con valori di pressione arteriosa superiori a 130/85 mmHg) e obesità centrale (cioè grasso in eccesso localizzato prevalentemente nella zona addominale).
Le persone affette dalla sindrome metabolica vanno incontro più facilmente alla degenerazione delle arterie di tipo aterosclerotico e alle relative complicanze cardiovascolari.
Per saperne di più sulla diagnosi medica della sindrome metabolica, leggi anche l’articolo di approfondimento che trovi a questo link: Diagnosi Sindrome Metabolica

Anche lo sviluppo di alcuni tumori può essere influenzato dagli eccessi alimentari e da scelte dietetiche scorrette. Tra i fattori ambientali cancerogeni, quelli legati all’alimentazione hanno un peso davvero importante: nei Paesi occidentali le abitudini dietetiche sono alla base del 30% di tutte le neoplasie (tumori) e occupano il secondo posto, dopo il fumo, tra le cause prevenibili di cancro.
Ci sono poi tumori che risentono più di altri dello stile alimentare: dal 50 al 75% dei tumori che colpiscono l’esofago, lo stomaco e il colon-retto potrebbe essere evitato mangiando in modo più sano. L’obesità è infatti uno dei fattori di rischio alimentare più certi per i tumori del tratto gastrointestinale, ed è ormai chiaro che è anche associata ai tumori della mammella, dell’utero e dei reni.

Alcol, sale e carne sono i peggiori nemici della salute. L’alcol, per esempio, è l’indiziato principale per i tumori di cavità orale, faringe, laringe, esofago, fegato e mammella.
L’eccessiva assunzione di sale (sia quello aggiunto in cucina, sia quello presente come conservante nelle carni insaccate, nei pesci sotto sale e nelle verdure in salamoia) aumenta il rischio di cancro allo stomaco.
Il consumo frequente di carne, in particolare di carne rossa, è invece coinvolto nello sviluppo dei tumori del colon-retto, del pancreas e della prostata, perché è associato a svariati fattori di rischio:

  1. l’assunzione eccessiva di proteine animali in genere;
  2. l’elevato consumo di grassi animali;
  3. l’ingestione di sostanze cancerogene che si sviluppano con alcune modalità di cottura, di preparazione o di conservazione (come per esempio la cottura alla griglia, l’affumicatura, l’insaccatura).

Differenza tra sovrappeso e obesità:
come calcolare i chili in eccesso

Sovrappeso e obesità sono le due condizioni che definiscono un eccessivo accumulo di tessuto adiposo. Per descrivere l’entità dell’eccesso di grasso si utilizza una misura, detta indice di massa corporea (IMC), spesso indicato con la sigla di derivazione anglosassone BMI (Body Mass Index).
L’indice di massa corporea si calcola dividendo il peso espresso in chilogrammi per il quadrato dell’altezza espressa in metri. Per esempio il BMI di un individuo di 80 kg di peso e di 180 cm di statura è uguale a 24,7: il calcolo è 80/(1,80×1,80).
Il BMI dà un’idea soltanto approssimativa della proporzione di tessuto adiposo di un individuo, dato che il peso corporeo dipende anche dalla quantità di massa muscolare. L’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha però deciso di far riferimento a questo indice per segnare i limiti tra peso-forma (o normopeso), sovrappeso e obesità.
Si parla di sovrappeso quando il BMI è uguale o superiore a 25 e di obesità quando il BMI è uguale o superiore a 30.
Con valori compresi tra 18,6 e 24,9 si può ritenere di avere una corporatura normale, tenendo però conto del fatto che alcune alterazioni metaboliche legate a scelte dietetiche scorrette incominciano a manifestarsi a partire da un BMI di 21.
Trovi la tabella completa dell’indice di massa corporea (con tutti i valori di magrezza, normopeso, sovrappeso e obesità) nell’articolo a questo link: Calcola il tuo peso ideale

Alimentazione corretta e sana: consigli

I motivi per modificare le abitudini quotidiane e prestare più attenzione alla bilancia sono molti e validi. Cercare di raggiungere e mantenere il proprio peso ideale è fonte di salute e di benessere.
Pasti meno ricchi e un po’ meno conditi, ampio spazio a verdura e frutta in tavola e attività fisica costante (come palestra, jogging, nuoto o bicicletta almeno 3-4 volte a settimana) sono le regole d’oro per mantenersi in buona salute più a lungo.
Ecco alcuni consigli per seguire una dieta più sana:

  1. moderare il consumo di cibi ricchi di proteine e di grassi di origine animale (carne, burro, formaggi);
  2. sostituire spesso le proteine animali (carne) con quelle vegetali (legumi);
  3. preferire i condimenti di origine vegetale (come l’ olio di oliva) a quelli di origine animale (come il burro);
  4. evitare il più possibile i cibi conservati sotto sale e le carni insaccate e affumicate;
  5. ridurre l’impiego di sale nella preparazione dei cibi;
  6. ridurre l’aggiunta di zucchero alle bevande;
  7. consumare ogni giorno almeno 5 porzioni (per un minimo di 400 grammi) di vegetali (verdura e frutta);
  8. preferire i cereali integrali a quelli raffinati;
  9. evitare le bibite zuccherate e acide.

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