Pelle arrossata, eritema solare, vesciche solari, macchie della pelle, rughe: danni da abbronzatura

Il sole non è diventato “cattivo”, siamo noi piuttosto che lo prendiamo male: eritemi solari, scottature, macchie della pelle ed anche lentiggini e rughe del viso sono tutte conseguenze di un’ eccessiva esposizione al sole senza le dovute precauzioni.

E’ vero che il sole ha un’ effetto biologico positivo sulla salute umana: la luce naturale infatti stimola la sintesi di vitamina D (che è importante per ossa, sistema immunitario, cuore e reni), ha un’ azione antibatterica, elimina le tossine attraverso l’ aumento della sudorazione, favorisce il rilascio di sostanze dalle proprietà antiossidanti e protettive per la pelle, migliora il tono dell’ umore.
D’ altra parte però si sono diffuse abitudini dannose: vacanze brevi, concentrate nei fine settimana o nei mesi più caldi e la ricerca dell’ abbronzatura a tutti i costi si traducono in esposizioni al sole rapide e intense che rendono inefficaci i sistemi naturali di difesa dell’ organismo e predispongono a rischi come eritemi solari, ustioni, macchie della pelle, rughe del viso, fino a malattie più serie come i tumori della pelle.

Pelle arrossata: non è abbronzatura

È convinzione diffusa che l’ arrossamento della pelle dopo una giornata di sole sia il primo segno di tintarella, ma in realtà l’ abbronzatura -intesa come produzione di melanina che colora le cellule epidermiche e protegge dalle radiazioni ultraviolette- necessita di almeno 3-5 giorni.
L’ arrossamento da raggi solari è invece il segnale che la pelle ha subito un danno perché non è stata adeguatamente protetta e preparata all’ esposizione al sole.
In questi casi si può verificare la comparsa -alcune ore dopo essere stati al sole- di prurito nelle zone più esposte al sole: viso, collo, décolleté e braccia, che si ricoprono di puntini rosa. Il prurito tende ad aumentare con il passare delle ore e può peggiorare con le successive esposizioni al sole.
Questi sono i sintomi di una malattia molto comune chiamata dermatite polimorfa solare, tipica delle prime esposizioni al sole. Si cura con creme a base di cortisone, da applicare alla comparsa dei primi sintomi.

L’ eritema solare è una scottatura della pelle

L’ eritema solare è la classica scottatura. Le radiazioni Uv, in particolare le Uvb, inducono il rilascio di sostanze come le citochine, normalmente prodotte dalle cellule dell’ organismo in risposta ad uno stimolo, che determinano una dilatazione dei vasi sanguigni e un aumento della permeabilità dei capillari, provocando i classici sintomi dell’ infiammazione.
Una volta avviato, il meccanismo dell’ infiammazione è difficile da arrestare. Perciò le scottature vanno prevenute con un’ adeguata fotoprotezione e un’ esposizione solare oculata, anche perché é risaputo che ripetuti episodi di questo tipo -specialmente nei bambini- aumentano il rischio di incorrere in tumori della pelle in età adulta.
Si possono alleviare i disturbi dell’ eritema solare ricorrendo a dermocosmetici ad attività antinfiammatoria o a farmaci cortisonici prescritti dal medico da applicare sull’ area interessata, oppure -se è presente anche il gonfiore- da prendere per bocca.

Danni da abbronzatura: vescicole e bolle da ustioni

Richiedono qualche accortezza in più le ustioni caratterizzate dalla comparsa di vescicole o bolle dovute allo scollamento tra l’ epidermide (la parte esterna della pelle) e il derma (l’area sottostante), che crea una falda nella quale si raccoglie del liquido sieroso.
La cura di queste lesioni richiede innanzitutto la massima igiene per evitare sovrainfezioni batteriche e l’uso di creme antibiotiche.
Per lavare l’area è bene usare saponi disinfettanti dall’ azione antisettica e ricorrere per la medicazione a garze non aderenti. Per alleviare il bruciore può essere utile immergere la parte interessata in acqua fredda, mentre sono sconsigliati i rimedi fai da te come la rottura delle vescicole, che costituiscono una sorta di medicazione naturale per la pelle.
E’ d’obbligo evitare di esporsi al sole per almeno 15-20 giorni, in quanto la pelle che si riforma dopo un’ustione è estremamente fragile e indifesa.

Esposizione al sole e reazioni fototossiche dovute all’ assunzione di farmaci

Quando il sole danneggia la pelle per effetto indiretto, cioè interagendo con molecole chimiche capaci di sensibilizzare la pelle, si parla di reazioni fotomediate (fototossicità).
Mentre gli eritemi solari e le scottature sono causati soprattutto dai raggi Uvb e solo in minima parte da quelli Uva, nel caso delle reazioni fototossiche sono proprio i raggi Uva i maggiori responsabili.

La pelle è in grado di difendersi dai danni indotti dal sole, ma questa capacità è compromessa da fattori esterni, come per esempio l’ assunzione di alcuni tipi di farmaci (antibiotici, diuretici, antibatterici, antidiabetici o antinfiammatori non steroidei) ed anche piante come il bergamotto o il fico.
Gel e pomate a base di ketoprofene
, utilizzati per i dolori articolari, possono scatenare fenomeni di ipersensibilità anche importanti che possono durare settimane.
Se si prende un antibiotico che agisce in un paio d’ore e trascorso questo tempo ci si espone al sole, la sovrapposizione tra le molecole chimiche contenute nel medicinale e lo stimolo ricevuto dai raggi solari scatena una reazione immediata: la pelle si arrossa, brucia e si accalora, fino a vere e proprie ustioni.
La formazione di macchie scure nelle sedi colpite avviene in un secondo momento, in numero e forma differenti a seconda del fototipo.

Nel caso in cui la cura con i farmaci sia indispensabile o non rimandabile, si deve evitare l’ esposizione al sole sia durante l’ assunzione del farmaco sia nelle due settimane successive.

Predisposizione alle macchie della pelle: melasma

Le donne predisposte al melasma, cioè alla comparsa di macchie marrone scuro (ma il colore varia a seconda della carnagione), di forma irregolare, per lo più sul labbro superiore, zigomi e fronte, devono fare attenzione all’ uso della pillola anticoncezionale che può accentuare il problema e rendere più difficili le cure.
Lo stesso fenomeno accade alle donne in gravidanza (cloasma gravidico): analogamente a quanto succede quando si interrompe la contraccezione per bocca, le macchie tendono ad attenuarsi e a rispondere meglio alle cure dopo il parto.

In tutti i casi, la formazione delle macchie scure della pelle si contrasta con due armi fondamentali:
1- l’ uso costante di creme solari protettive in ogni occasione di esposizione, ripetendo l’ applicazione più volte al giorno. Il melasma infatti è una malattia cronica e va tenuta sempre sotto controllo;
2- alla sera invece si applicano creme depigmentanti come l’ idrochinone, che non è disponibile come cosmetico ma viene preparato dal farmacista. Bloccando l’attività delle tirosinasi (gli enzimi contenuti nelle cellule cutanee che hanno il compito di produrre la melanina), questa sostanza porta progressivamente ad una riduzione del colore della macchia, uniformandolo al resto dell’incarnato.

Le lentiggini solari dopo i 50 anni

I danni del sole non sono solo immediati. Sul lungo periodo si possono formare delle lentiggini solari che sono dose-dipendenti: direttamente proporzionali alla quantità cumulativa di radiazioni ricevuta nel corso della vita.
Le lentiggini solari (o senili) sono macchie di pochi millimetri di diametro tipiche dopo i 50 anni, soprattutto nelle persone geneticamente predisposte, che spuntano nelle zone del corpo maggiormente scoperte.
Sono dovute ad una pigmentazione abnorme della pelle per eccesso di melanina e non vanno confuse con le lentiggini comuni. Si localizzano sul dorso delle mani e, nelle donne, su collo, viso e décolleté.
Per eliminarle si può ricorrere a particolari tipi di laser
, che colpiscono selettivamente le aree scure. L’ intervento è semplice e rapido, mentre la durata e il numero di sedute dipendono dall’ entità delle macchie.

Esposizione eccessiva al sole e rughe

Un altro fenomeno correlato a un’ esposizione solare eccessiva o non protetta è quello dell’ invecchiamento precoce della pelle, conosciuto come elastosi. Si tratta di un accumulo di fibre elastiche distorte e mal funzionanti nel derma, con relativa formazione di rughe e solchi profondi, mentre l’epidermide appare cedevole, assottigliata, secca e atrofica.
Le rughe da fotoinvecchiamento aumentano progressivamente con gli anni e sono tanto più evidenti quanto più la pelle è danneggiata dal sole.

Per migliorare l’ aspetto della pelle invecchiata dal sole si usano cosmetici che ne aumentano l’ idratazione. Il più usato è l’ acido ialuronico, seguito dalle vitamine C ed E, che riducono i danni causati dai raggi solari sul Dna delle cellule.
Integratori alimentari a base di queste vitamine e di oligoelementi come il selenio possono essere assunti a scopo preventivo qualche settimana prima dell’ esposizione al sole, per inibire l’attività dei radicali liberi.

Crema solare: come scegliere

Ecco a cosa fare attenzione quando si acquista una crema solare: leggete sempre l’ etichetta informativa prima dell’ acquisto.

SPF
Questo termine significa Sun Protection Factor (Fattore di protezione solare) e definisce la capacità protettiva della crema solare nei confronti delle radiazioni che producono l’ eritema (raggi Uvb).
La protezione riportata in etichetta può essere: molto alta, alta, media o bassa oppure stabilita da un numero, che non deve essere inferiore a 6. Il massimo della protezione è indicato dalla sigla 50+: è stata vietata la denominazione “schermo totale”, in quanto una crema solare non può schermare totalmente e proteggere completamente dalle radiazioni ultraviolette.
L’ Spf deve essere adeguato al fototipo di pelle e alla situazione che caratterizza l’ esposizione al sole, per esempio il periodo dell’ anno e la località geografica. Un fotoripo caratterizzato da pelle molto chiara deve usare preferibilmente un Spf alto, la stessa indicazione vale per le esposizioni al sole nei mesi più caldi (luglio e agosto) e per chi va in vacanza nelle zone tropicali. In questi casi è bene acquistare una crema solare con Spf alto, indipendentemente dal fototipo (anche per chi ha la carnagione scura).

UVA
I raggi Uva
, pur essendo coinvolti solo in parte nel fenomeno dell’ eritema solare, sono comunque dannosi perché contribuiscono ai meccanismi di sviluppo dei tumori della pelle per la loro azione sul sistema immunitario cutaneo e sono in gran parte responsabili dell’ invecchiamento della pelle indotto dal sole.
Una buona crema solare deve avere un fattore di protezione per gli Uva non inferiore a un terzo dell’ Spf. Il filtro ideale deve avvicinarsi quanto più possibile al rapporto Uvb/Uva 1:1.
Per indicare questa caratteristica, vengono utilizzate crocette o asterischi da 1 a 4 che rappresentano l’ efficacia della protezione: 4 indica il rapporto migliore tra protezione Uvb e Uva.

FILTRAZIONE AD AMPIO SPETTRO
Questa dicitura indica che il prodotto è efficace nell’ attenuare tutte le componenti dello spettro solare (Uvb e Uva) in maniera bilanciata.

RESISTENTE ALL’ ACQUA
Significa che il prodotto resiste per un certo periodo di tempo al contatto con l’ acqua o alla sudorazione, mantenendo inalterate le sue capacità di filtrare gli Uv.
Esistono due diversi livelli di efficacia, che devono essere testati da studi clinici e indicati sulla confezione: “resistente all’ acqua” o “molto resistente all’ acqua”. Quest’ ultimo è ideale per chi pratica sport in acqua e per i bambini.
In tutti i casi però, la crema va riapplicata ogni due o tre ore. E’ stata abolita l’ espressione “water-proof ” (a prova di acqua) perché ritenuta impropria: oggi è stata sostituita da “water resistant”.

FOTOSTABILE
Indica che i filtri protettivi contenuti nel prodotto non si alterano con l’ esposizione al sole e mantengono costanti le loro capacità filtranti nel tempo.

FORMULAZIONE
Infine, un aspetto da tenere in considerazione quando si compra una crema solare è la formulazione (il cosiddetto eccipiente): importante perché determina la rimanenza del prodotto sulla pelle.
I cosmetici grassi -come gli stick e le creme solari- rimangono più a lungo sulla pelle di quelli liquidi come i fluidi, gli spray e le acque.
Stick e creme solari sono quindi più adatti a piccole zone come il viso, mentre un latte fluido solare è preferibile per applicazioni su tutto il corpo. Chi suda deve però scegliere formulazioni compatte, che hanno una lunga rimanenza sulla pelle.
Gli oli solari formano un film sottile sulla pelle, perciò sono dotati di scarsa capacità protettiva: sono adatti a carnagioni scure o già abbronzate.
Le creme solari per eccellenza sono le emulsioni, che contengono una parte acquosa e una grassa: sono facili da spalmare e molto resistenti all’ acqua.

Come usare la crema solare: consigli per l’ abbronzatura

Anche un prodotto di qualità può essere inefficace se male adoperato. Ecco gli errori più frequenti da evitare.

1- La crema solare non va messa al momento di esporsi, va invece applicata circa 20 minuti prima di esporsi al sole.

2- Scottarsi per abbronzarsi più in fretta è un luogo comune ancora radicato: la scottatura determina l’ eliminazione dello strato superficiale della pelle e l’ abbronzatura se ne va in fretta. Se presa gradualmente e senza traumi, al contrario, la tintarella si fissa e dura più a lungo.

3- Non utilizzare la crema solare dell’ anno precedente: qualsiasi cosmetico lasciato aperto per lungo tempo (il periodo massimo di apertura consentito è indicato da un apposito simbolo sulla confezione) non solo vede degradate le sue proprietà, ma è anche a rischio di inquinamento batterico.
I tempi e il grado di degradazione dipendono dal tipo di confezione (un barattolo è più a rischio di contaminazione di un tubetto), del luogo e delle modalità di conservazione (se tenuto all’ aperto o vicino a fonti di calore). Meglio quindi acquistare una nuova crema solare.

4- Evitate di esporvi tante ore fin dal primo giorno. Per le prime esposizioni sono sufficienti tre quarti d’ora di sole al giorno: oltre questo limite, le cellule della pelle sono sature e non producono altra melanina.

5- Mettetevi la crema solare anche se state all’ ombra. Sotto l’ ombrellone arriva il 50% dei raggi solari, quindi eritemi e scottature sono possibili. Fate attenzione anche alle luci riflesse: molte superfici come sabbia, cemento e neve possono riflettere in maniera importante il sole.

6- Anche in acqua ci si scotta. Ad un metro di profondità in acqua arriva circa il 50% dei raggi. E’ bene asciugarsi quando si esce dal mare o dalla piscina e riapplicare subito la crema solare: anche se è resistente all’ acqua, sulla pelle bagnata la sua efficacia si riduce. Anche la protezione degli indumenti diminuisce se questi sono umidi.

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